*segreteria provinciale Pdci Torino
“Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati. Bertolt Brecht” Mai parole furono più attuali. Perché sono davvero tanti coloro che sono disposti a sacrificare il territorio e magari anche gli abitanti della Valle di Susa per benefici economici presunti, magnificando il progresso che ne deriverebbe per “tutti” con quei 671 milioni di fondi stanziati dall’Unione Europea per la tratta ad alta velocità.
Dall’altra parte, dalla parte del torto, stanno sedute alcune migliaia di persone, quelle donne con i bambini in braccio, quegli anziani che agitano il bastone sotto il naso dei poliziotti, quelle famiglie che ci abitano e ci lavorano, i ragazzi e le ragazze che ci sono cresciuti e ci vogliono respirare, i sindaci con la fascia tricolore e le giunte di quei 24 comuni contrari. Quelli che sono lì, che lottano e bivaccano da anni, che sfilano nelle fiaccolate, quelli che resistono insomma.
Perché abbandonare significa abbandonare la propria valle, il proprio territorio, all’inutile scempio di anni di ruspe e di scavi e del malaffare che ci sarà, perché c’è sempre, se ne hanno notizie ogni giorno. E resistono non solo per la loro valle, ma per tutti, da vent’anni. Una resistenza di popolo, per quelli seduti dalla parte del torto, una resistenza di pochi violenti anarco-insurrezionalisti, per quelli seduti dalla parte della ragione.
E così arriva l’intervento militare, e sono tanti quelli seduti dalla parte della ragione che plaudono l’intervento, anzi lo hanno proprio voluto, invocato, e sono i partiti di governo e di finta opposizione e sindaci votatissimi e padroni e Confindustria e sigle sindacali, anche. La coraggiosa resistenza di quelli seduti dalla parte del torto nulla può contro il massiccio spiegamento delle forze repressive mandate dal ministro dell’Interno Maroni.
Ma si è persa una battaglia, non la guerra.
E allora ieri sera, nuovamente i resistenti, quelli seduti dalla parte del torto, ed erano tanti, almeno diecimila (secondo i media che stanno anche questi seduti tutti dalla parte della ragione) hanno sfilato in una imponente fiaccolata e si sono dati appuntamento in tanti per domenica 3 luglio a Chiomonte.
E ci siamo anche noi del PdCI , come ci siamo stati sempre a fianco di ogni lotta, perché ci piace sederci insieme al popolo dalla parte del torto, perché per noi quella è la parte giusta, la parte della ragione vera. E’ nella nostra natura di comunisti stare dalla parte dei più deboli e degli oppressi, con buona pace dei partiti di governo e di finta opposizione, noi difendiamo i beni comuni e, come l’acqua, anche il territorio lo è.
Le tappe principali (letto su internet)
Giugno 1990 – In un summit a Nizza (Francia), il governo italiano e quello francese convergono sull’opportunità di studiare un nuovo collegamento tra i due Paesi. Lo studio di fattibilità dell’opera viene affidato agli enti ferroviari di Italia e Francia il 18 ottobre 1981, al vertice italo-francese di Viterbo.
Settembre 1994 – La tratta ad alta velocità Torino-Lione appare per la prima volta in un testo legislativo: l’articolo 5 della Finanziaria prevede lo stanziamento di fondi per la progettazione.
Gennaio2011 – Viene firmato l’accordo tra Italia e Francia per la realizzazione della ferrovia; nel capoluogo piemontese sfila un corteo di protesta di sindaci e attivisti ‘No Tav’. Il trattato verrà poi ratificato dal Governo italiano il 19 settembre 2002.
Febbraio 2005 – La società italo-francese Ltf affida i lavori per il tunnel esplorativo di Venaus, in valle Cenischia. Il 30 novembre viene recintato il cantiere, ma i primi disordini sono già scoppiati, un mese prima, a Mompantero, dove erano state piazzate trivelle per eseguire sondaggi geognostici.
Dicembre 2005 – Gli incidenti più gravi: le forze dell’ordine allontanano i manifestanti, ma i No Tav riconquistano il presidio. Per cercare un progetto più condiviso nasce l’Osservatorio tecnico, guidato dal commissario di governo Mario Virano. L’intesa è siglata dal governo e dagli enti locali.
Novembre 2007 – L’Unione Europea assegna a Francia e Italia un contributo di 671,8 milioni per la parte comune della Torino-Lione.
Giugno 2008 – L’Osservatorio definisce il nuovo progetto.
Gennaio 2010 – Vengono avviati i sondaggi geognostici, che dovrebbero essere in 91 punti, e si riaccende la protesta No Tav.
Maggio 2011 – Arrivano le prime squadre di operai per recintare il cantiere di Chiomonte, ma vengano fermati da una sassaiola. Poi il commissario ai Trasporti della Ue Siim Kallas ribadisce che i lavori devono essere avviati entro il 30 giugno. La Torino-Lione dovrebbe entrare in esercizio nel 2023.
Giugno 2011 – Dopo l’ordinanza di sgombero firmata dal prefetto di Torino, Alberto Di Pace, un blitz delle forse di polizia a Maddalena di Chiomonte riconsegna il cantiere alla ditta interessata. I rappresentanti del movimento No Tav smontano le tende e caricano su furgoni le cucine da campo.