La mozione congressuale 2 del Prc, “Essere comunisti”, dà particolare importanza all’appuntamento della sinistra alternativa del 15 gennaio. Vi aderiamo, ma con l’intento di portarvi un nostro autonomo contributo. Il 15 gennaio può divenire l’occasione per un rilancio della sinistra alternativa dopo la crisi di questi ultimi mesi (chiusura della rivista de “il manifesto”, ridimensionamento della sinistra Ds, naufragio della proposta di federazione, crisi d’identità e di prospettiva della sinistra sindacale, sterzata a destra della maggioranza bertinottiana del Prc). Per riannodare un ragionamento unitario e dare senso politico a quel 15% dell’elettorato da questa sinistra rappresentato occorre partire dai contenuti. O il confronto avverrà sui programmi o la sinistra alternativa confermerà la sua incapacità di essere un polo competitivo rispetto alla Gad. Tra noi le differenze e gli elementi di contrasto non sono sulla necessità di un’azione unitaria per battere le destre. Noi tutti cogliamo la pericolosità del governo Berlusconi. Il confronto tra noi è su come intendiamo rapportarci con la Gad. Questo punto sta producendo, in vista del congresso di marzo di Rifondazione Comunista, una durissima contrapposizione.
La mozione “Essere comunisti” è contraria ad un’intesa politica generale con la Gad che prescinda dai contenuti. Non siamo in linea di principio contrari ad un’alleanza di governo, ma chiediamo che questo possibile ma non scontato accordo sia realizzato attraverso la definizione di un programma che contenga le condizioni minime appunto di un accordo di governo. Fare il contrario, chiudere un accordo politico di intenti senza entrare nel merito dei contenuti, significa accettare una collocazione di subalternità alla Gad. Questo è il vero problema della sinistra alternativa. E’ il tema del 15 gennaio!
Siamo per un percorso diverso che acquista oggi maggior forza proprio per le tensioni – tutte rigorosamente non programmatiche – che hanno investito la Gad. Si tratta di costruire un percorso programmatico comune della sinistra alternativa, individuando luoghi di incontro e di discussione (associazioni, forum, riviste, ecc.), proprio per giungere più uniti e più forti ad una trattativa programmatica con la Gad. Noi lavoreremo in questa direzione, portando già nel dibattito del 15 gennaio alcuni punti che riteniamo qualificanti, ad iniziare dal nostro no a qualsiasi guerra. Siamo affinché nella prossima legislatura si lavori per il concreto smantellamento delle basi Usa presenti nel territorio italiano. Proponiamo la reintroduzione della scala mobile (si svolga su questo punto un pronunciamento vero della Gad, senz’altro più utile delle primarie) e misure concrete (agenzia per il lavoro) per contrastare la disoccupazione di massa nel Mezzogiorno. Chiediamo la cancellazione delle “leggi vergogna” e che sia invece varata una legge per l’elezione democratica delle Rsu, come primo passo per la costruzione e lo sviluppo di un nuovo sindacalismo di massa, antagonista e non concertativo. Non siamo tentati dalla prospettiva di trasformare il Prc in una formazione politica radicale, sia pur capace di rappresentare una certa cultura dei conflitti, ma nell’ambito della Gad, cioè di una coalizione politica ben ancorata alla logica dell’alternanza. Siamo per rilanciare la scelta comunista, lavoriamo per fare del PRC una moderna formazione di classe e di massa, capace di organizzare lotte, promuovere conflitti e sviluppare movimenti, con una sua autonomia politica, organizzativa e culturale, radicata nella società e nei luoghi di lavoro. Un partito che sia strumento essenziale della trasformazione sociale, che mantenga aperta la prospettiva del socialismo, ma nel contempo in grado di avanzare una proposta unitaria a tutta la sinistra alternativa per spostare la Gad su posizioni più avanzate, per battere le destre, per mettere in discussione il sistema bipolare, per un’alternativa vera al blocco sociale dominante.