ALTRO che effetto serra: l’autunno di Romano Prodi sarà caldissimo, ma non certo per colpa dei cambiamenti climatici. L’accordo sulle pensioni lacera la maggioranza e la sinistra radicale annuncia mobilitazioni di piazza. Il segretario di Rifondazione comunista avverte: entro la fine dell’anno il suo partito potrebbe uscire dal governo. Sulla stessa linea il leader del Pdci Oliviero Diliberto che si dichiara «molto irritato». Una cosa è certa: in Parlamento sarà battaglia.
Il professore ieri ha ribadito che con l’abolizione dello scalone «è stata eliminata un’ingiustizia», ma quando la riforma delle pensioni passerà al vaglio di Camera e Senato non basterà cercare di convincere gli alleati con le belle parole. E la Finanziaria diventerà così un banco di prova durissimo per l’attuale maggioranza. Anche perché la Casa delle libertà non intende certo lanciare ciambelle di salvataggio. Ancora ieri sono arrivati giudizi pesanti: Paolo Bonaiuti e Renato Schifani di Forza Italia lanciano l’allarme sui costi del provvedimento e avvertono che saranno necessarie nuove tasse per la finanziarla. Tranciante il commento del leghista Roberto Maroni: un vero disastro.
La festa per l’accordo raggiunto,. a Palazzo.. Chigi, quindi, è già finita L’intesa ha,mandato^to^fg&a la riforma Maroni (che’alzava dal 2008 la soglia per ritirarsi dal lavoro dai 57 ai 60 anni). Con la nuova legge è previsto un innalzamento graduale dell’età per la pensione di anzianità attraverso il meccanismo delle quote (numeri dati dalla somma dell’età anagrafica e degli anni di contribuzione).
Rifondazione comunista ha proposto un referendum sulla riforma in autunno. «Verificheremo la nostra posizione, rispetto all’esito della Finanziaria – ha detto Giordano : Noi non consultiamo il nostro popolosolo per la scelta del leader, noi lo consultiamo sulle scelte concrete, sui programmi e sulla collocazione politica».
Il segretario del Prc attacca: «C’è una proposta del governo di cui io faccio parte, ma questa proposta non è stata discussa con me. Non devo avere l’onere di poter mutare nell’iter parlamentare ciò che a me pare una proposta non consona all’esigenze del lavoratore». Il presidente del Senato, Franco Marini, prova a gettare acqua sul fuoco e definisce l’accordo come un «approdo positivo».
Gli fa eco il vi-cepremier Francesco Rutelli: l’intesa è «ragionevole,
inclusi gli aspetti di compromesso». E se la capogruppo dell’Ulivo al Senato, Anna Finoc-chiaro, è ottimista « il Parlamento approverà»), da sinistra arrivano altre stoccate.
«Sono molto irritato», ha detto Diliberto, anche perché «Epifani è stato costretto a firmare l’accordo sulle pensioni, altrimenti cadeva il governo». Diliberto, ha quindi teso la mano a Rifondazione «Le ragioni della scissione, della sinistra nel 1998 non ci sono più, siamo tutti e due al governo. Ci siamo scissi con Prodi, ma siamo tutti e due con Prodi». Come dire: Prodi è avvisato