Pdci: no alla riforma Veltroni cambiamo passo oppure è crisi

ROMA. «O si cambiapasso o non c’è motivo di stare in questa maggioranza. Prodi intervenga, prima che ci si faccia male davvero». È l’avvertimento del capogruppo del Pdci alla Camera, Pino Sgobio, in tema di legge elettorale. I pericolo per Walter Veltroni, leader del Pd, che ha lanciato la proposta di riforma (un modello tedesco, che significa un ritorno al sistema proporzionale con sbarramento dei partiti al 5%) adattato alle esigenze italiane, arrivano anche dal centrosinistra, più precisamente da un partito dello schieramento radicale».
Possibilista invece l’Udeur: «Sulla legge elettorale saràbene che la maggioranza definisca in fretta una posizione comune evitando accordi extra-parlamentari con pezzi dell’opposizione, come il neosegretario del Pd Veltroni, con il poco istituzionale appoggio del Presidente della Camera Bertinotti, ha tentato di fare». Lo scrive il capogruppo dell’Udeur alla Camera, Mauro Fabris, nel suo blog. «Anche nella riunione dei capigruppo di maggioranza – sottolinea Fabris – praticamente tutti i gruppi (con l’esclusione di Pd e Prc) hanno chiesto con forza che venga raggiunto il massimo di intesa possibile all’interno dell’Unione prima di procedere al necessario confronto con l’opposizione». E il Pdci?
La legge elettorale non cambierà, secondo me rimarrà quella che c’è ora». È la convinzione del senatore a vita Giulio Andreotti sulla riforma elettorale. Secondo l’ex presidente del consiglio, «una maggioranza risicata quanto basta non è male, incita alla prudenza a differenza di una maggioranza troppo forte che può fare passi falsi».
Attacca il socialista Angelo Piazza Piazza: «Lasciano stupefatti le dichiarazioni rese del professor Stefano Ceccanti sulla bozza di riforma elettorale Veltroni, da lui studiata con altri esperti. Dice Ceccanti in particolare che la proposta è fatta per favorire la nascita della Cosa rossa, alla sinistra del Pd. Mi auguro che si tratti di un equivoco, e che il professore smentisca tale espressione, perché essa è di assoluta gravità: dimostra che si sta lavorando su ipotesi di riforme elettorali le quali hanno scopi politici e partitici precisi, e mirano a creare o eliminare forze politiche».
Contrario alla proposta di Veltroni, Gianfranco Rotondi, segretario della De per le Autonomie: «Non c’è più il tempo di ricorrere ad accordi sulla riforma elettorale. La maggioranza è sfibrata e non reggerebbe nessun tipo di tavolo sulla legge elettorale. L’unica via d’uscita sono le elezioni. Alternative non ne vedo».
Massimo D’Alema dice che l’opposizione «legittimamente si oppone alla politica del governo. Dovrebbe farlo con maggiore capacità di proposta. Sui grandi temi che riguardano le istituzioni e la legge elettorale dovrebbe discutere sulle soluzioni che sono necessarie per il Paese».
Possibilista, come annunciato ampiamente nei giorni scorsi l’Udc, anche se il segretario Lorenzo Cesa è perplesso nel merito della proposta: «Non abbiamo avuto i contenuti se non dai giornali. Mi sembra un mix di idee. Valuteremo se può funzionare sulla base degli obiettivi che diciamo chiaramente da un anno e mezzo: chiediamo una legge elettorale che dia al Paese governi stabili, che produca una maggioranza basata sulla politica e non sui numeri, che torni a dare alla gente la possibilità di scegliere il parlamentare».