L’AMERICA SI È SPACCATA sul Patriot Act. Secondo l’ultimo sondaggio Gallup, metà degli elettori lo ritiene uno strumento indispensabile per la lotta al terrorismo e l’altra metà una minaccia intollerabile per le libertà civili. Soltanto una piccola minoranza de-
gli interpellati ha saputo rispondere alle domande sui contenuti. Vale la pena di ricostruire una controversia che in quattro anni è diventata sempre più aspra.
LA LEGGE. 45 giorni dopo la strage dell’11 settembre 2001, il ongresso approva quasi senza discutere il Patriot Act, che concede poteri straordinari alla polizia e ai servizi di spionaggio contro il terrorismo. Alla Camera i voti favorevoli sono 357 e i contrari 66. Il risultato al Senato è di 98 favorevoli, un solo contrario e un astenuto. Ha votato contro il senatore democratico Ross Feingold, sostenitore irriducibile dei diritti civili. Si è astenuta la senatrice Mary Landrieu. La nuova legge introduce controlli più severi contro l’immigrazione clandestina e il riciclaggio di denaro. Concede maggiore libertà di manovra all’Fbi e ai servizi di spionaggio. Sedici articoli controversi hanno valore provvisorio: scadranno automaticamente il 31 dicembre 2005.
LE POLEMICHE. L’Associazione americana per la difesa delle libertà civili insorge. Sostiene che il Patriot Act è in contrasto con le garanzie fondamentali della Costituzione: libertà di stampa, libertà di parola, diritti umani, diritto alla privacy. Contesta in particolare l’articolo 215, che consente agli investigatori di intercettare le comunicazioni delle persone sospettate di terrorismo e di accedere ai dati personali. Il segreto bancario diventa relativo, e perfino le biblioteche sono tenute a rivelare quali libri leggono le persone sotto inchiesta. L’accesso ai dati deve ancora essere autorizzato da un magistrato, ma il criterio diventa molto più elastico. Fino ad allora la polizia doveva dimostrare di avere buone ragioni per sospettare di un individuo. Ora basta sostenere che i dati servono alle indagini sul terrorismo. Un altro paragrafo della legge autorizza gli agenti federali a perquisire case e uffici delle persone sospettate in loro assenza, senza informarle.
I RISULTATI. Nel 2002 e nel 2003 il ministero della giustizia rifiuta di rivelare il numero delle persone arrestate per effetto del Patriot Act. Il ministro John Ashcrof sostiene che le indagini contro il terrorismo devono rimanere segrete. Nel 2004 tuttavia indica che 368 presunti terroristi sono stati messi sotto accusa. In seguito il ministero annuncia che le incriminazioni sono state 375, e che 195 imputati sono stati condannati o si sono dichiarati colpevoli.
GLI ERRORI. Nel maggio 2004 il professor Steve Kurtz, docente di biologia all’università di Buffalo, chiama la polizia: sua moglie è morta improvvisamente di infarto. Gli agenti trovano alambicchi, provette e colture di batteri. Si tratta di materiale inoffensivo, già esposto in vari musei delle scienze in Usa e in Europa. Il giorno dopo in casa Kurtz fa irruzione una task force dell’Fbi e del ministero della sicurezza interna, con armi, maschere antigas e tute isolanti: blocca il traffico, sequestra libri e computer. Dopo una notte in carcere il professore viene lasciato in libertà ma incriminato per avere usato la posta federale per la spedizione di «materiale non autorizzato». Rischia 20 anni di carcere. Il Patriot Act è usato inoltre nel 2004 per una perquisizione segreta in casa di Brandon Mayfield, accusato di complicità negli attentati di Madrid e riconosciuto innocente dopo due settimane.
EFFETTI COLLATERALI. Il Patriot Act è stato invocato per ottenere da un servizio internet i dati su Adam McGaughey, autore di un blog sui divi di Hollywood che conteneva anche alcune sequenze di film. Il giovanotto è stato denunciato per violazione di copyright. La città di Summit, nel New Jersey, ha giustificato una retata di senza tetto nella stazione ferroviaria con l’articolo del Patriot Act che riguarda la sicurezza dei trasporti. Il ministero della giustizia ha criticato il sindaco di Summit, ma dopo gli attentati alla metro di Londra nel luglio 2005 ha inviato una circolare per mettere in guardia contro «terroristi che si spacciano per senza tetto».
IL CONGRESSO. Tre proposte di revisione del Patriot Act sono state presentate alla Camera e al Senato tra il 2003 e il 2005. Nessuna è stata approvata. Il Senato discute in questi giorni la proposta del presidente Bush: rendere permanenti i 16 articoli che dovrebbero scadere a fine anno. Bush può contare sulla maggioranza dei voti, ma il senatore Feingold guida un gruppo che minaccia di tirare in lungo il dibattito fino alla scadenza delle norme controverse. Per superare l’ostruzionismo e votare subito il rinnovo occorrerebbero 60 voti su 100, ma il partito di Bush ne ha ottenuti soltanto 52.