Parte il fondo anti-precarietà

Il dibattito sulla finanziaria arriva alla fase finale e come di consueto lo sforzo delle forze politiche per inserire modifiche in extremis alla legge si intensifica. L’ultima giornata prima dell’arrivo in aula si è giocata essenzialmente su due temi: l’ormai scontato ricorso alla fiducia anche per la votazione al senato e la nascita di un fondo per la stabilizzazione dei precari da giorni al centro di accese polemiche.
Se sul primo punto non dovrebbero esserci colpi di scena (probabilmente il voto di fiducia verrà autorizzato dal consiglio dei ministri convocato per stamattina alle 9,30), la questione dei precari del settore pubblico invece merita alcune precisazioni.
Di certo c’è che l’emendamento presentato pochi giorni fa dal Pdci, che prevedeva un fondo finalizzato a garantire l’assunzione stabile dei lavoratori precari del pubblico impiego sarà inserito nel maxi emendamento alla finanziaria che verrà sottoposto al senato. Ma come ha spiegato ieri il senatore Cesare Salvi della sinistra Ds «questo non significa che in un solo colpo 350 mila perone saranno automaticamente assunte». L’emendamento su cui maggioranza e governo hanno espresso parere favorevole prevede infatti di mettere a disposizione le risorse per iniziare «dei piani di rientro da una situazione intollerabile». In sostanza si tratta di creare un fondo a cui potranno attingere gli enti pubblici che vogliano stabilizzare i lavoratori che da anni sono inquadrati con contratti a termine.
Un buon risultato che va nella direzione della al lotta al precariato, dunque, ma non la soluzione «miracolosa» per la stabilizzazione di centinaia di migliaia di precari come qualcuno aveva lasciato pensare e che non ha contribuito a rasserenare discussioni forti anche in seno alla stessa maggioranza.
Il fondo per la stabilizzazione comincerà con 5 milioni l’anno per tre anni a cui si aggiungeranno le somme pari al risparmio di interessi sul debito generate dall’uso dei «conti dormienti». Altre risorse arriveranno da una quota «fino al 5 per cento dei versamenti a titolo di plusvalenze da dividendi di società pubbliche» (tra cui figurerebbero Eni ed Enel).
Si tratta di risorse difficilmente quantificabili a priori e che nel caso dei «fondi dormienti» necessitano di tempi tecnici per essere operative.
I 15 milioni iniziali non rappresentano certo una gran cifra ma consentono alle amministrazioni pubbliche di iniziare almeno a mettere in pratica i piani per la stabilizzazione del lavoro. Da definire anche i criteri per procedere con le assunzioni, che saranno affidati ad un tavolo di confronto tra sindacati ed enti pubblici interessati ad usufruire del provvedimento.
Di «risultato positivo e importante» hanno parlato anche gli stessi sindacati. Tuttavia dalla Cgil fanno notare che l’emendamento, accolto dal governo e presentato dalla Palermi, contiene proposte più volte lanciate dai rappresentati dei lavoratori che però sono state puntualmente respinte.
A parte questo precedente, prevale un certo ottimismo sulla volontà dell’esecutivo di affrontare finalmente la piaga delle precarietà. «Deve essere ora chiaro a tutti – sottolinea il segretario generale Fp Cgil – che il ‘Patto per il lavoro pubblico’, o avrà la sua centralità nella soluzione del tema del precariato o non potrà essere sottoscritto».
Più che soddisfatta è invece la senatrice Manuela Palermi capogruppo Verdi – Pdci a palazzo Madama: «Stiamo parlando di lavoratori fissi con contratto da precari – ha sottolineato la Palermi riferendosi all’emendamento – il costo per la loro stabilizzazione riguarda solo la differenza nei contributi da pagare relativa ai nuovi contratti». Il problema non sarebbe di risorse economiche insomma ma di volontà politica che ieri si è espressa favorevolmente. La Palermi ha indicato inoltre in marzo – aprile il termine entro cui con decreto del governo si istituirà il tavolo di confronto tra parti sociali e enti datori di lavoro per decidere le modalità di stabilizzazioni. Nel frattempo però va registrata la buona notizia in termini di sicurezza del lavoro con l’inserimento di un emendamento che prevede l’assunzione di 400 nuovi ispettori.