Panzino: «Primarie senza democrazia»

Conferenza stampa della candidata Disobbediente
Simona Panzino davanti alla sede dell’Unione

«Una farsa e un imbroglio». E’ arrabbiata Simona Panzino, prestanome del candidato “senza volto” alle primarie dell’Unione e non usa mezzi termini per denunciare una campagna, che dovrà designare il candidato di centrosinistra alle politiche del 2006, «all’insegna dell’inganno e del boicottaggio».
«Hanno detto che le primarie avrebbero aperto spazi di democrazia – ha spiegato ai giornalisti in una conferenza stampa davanti la sede dell’Unione – invece eccoci qui a chiedere giustizia e democrazia».

Tre i punti contestati dalla candidata No Global: «Innanzitutto la questione del nome». I disobbedienti pretendono infatti che accanto al nome della Panzino, comparva la dicitura “Senza volto”, un modo per farsi riconoscere «ma soprattutto per lanciare un messaggio ai nostri elettori». Eventualità questa osteggiata dall’ufficio di presidenza delle Primarie, anche se non espressamente vietata dal regolamento. «Numerosi costituzionalisti – dice la Panzino- ci danno ragione. Non capiamo qual è il problema». Ora la palla passa al Comitato dei garanti, presieduto da Stefano Rodotà: «Ho avuto la richiesta – spiega il garante a Liberazione – ma ancora stiamo valutando. Domani mattina forse si avrà una decisione, dal canto mio penso che il soprannome possa essere usato solo nei casi in cui sia socialmente riconoscibile».

L’altra questione riguarda le spese per questa campagna elettorale. «I Ds hanno stanziato 2 milioni di euro – hanno denunciato i Disobbedienti facendo riferimento ad un articolo dell’Unità pubblicato lunedì scorso- mentre il regolamento ne fissa 300mila euro a candidato. Questo – ha proseguito la Panzino- per noi che non abbiamo un soldo, rappresenta uno strumento di esclusione». L’ultima querelle, invece, è sulla distribuzione dei seggi elettorali: «L’articolo 3 comma 1 del regolamento delle primarie, prevede che la distribuzione dei seggi avvenga in base alle esigenze dei candidati. Nessuno ci ha interpellato e non ci vogliono far mettere i seggi nelle case occupate o nei centri sociali». Su questo l’ufficio di presidenza di Primaria 2005, doveva pronunciarsi il 15 settembre scorso, ma il mancato accordo tra i partiti ha portato ad un nulla di fatto. «Aspettiamo risposte concrete, altrimenti ci faremo sentire noi. A modo».