«Guardate a Genova, i poliziotti che si sono resi responsabili delle violenze sono stati tutti promossi. Fin dall’inizio c’è stata la copertura dell’allora ministro Fini. Ed allora non possiamo certo stupirci se le forze di sicurezza hanno la sensazione di poter far tutto e rimanere impuniti». Il professor Salvatore Palidda, sociologo e autore del libro “La polizia post-moderna” – una ricerca che mette in evidenza il rischio che la polizia perda identità della sua funzione, favorendo così comportamenti abnormi ed al limite della legalità – interviene all’indomani dei fatti di Roma-Manchester. Una partita in cui si è avuta netta la sensazione di una polizia incapace di gestire la tifoseria, lasciandosi andare ad episodi di violenza del tutto gratuita. Una sensazione che hanno avuto anche Oltremanica tanto che il governo Blair ha chiesto ufficiali e pubbliche spiegazioni dell’accaduto.
Ha visto Roma-Manchester? Cosa pensa del comportamento della polizia in quell’occasione?
Sono cose che accadono quando salta la gestione pacifica e negoziata. Il presupposto è che le forze di polizia hanno la responsabilità di quanto accade per esempio in uno stadio o in una piazza. Il loro compito principale deve essere quello di controllare la situazione ed evitare degenerazioni
Ogni tanto, sempre più spesso a dire il vero, si ha la sensazione che sia proprio la polizia a creare situazioni di degenerazione…
E’ vero, a volte prevale un’idea “rambista” dell’ordine pubblico. Questo accade quando l’organizzazione si sfilaccia lasciando spazio ad iniziative di natura personale.
Non sarà per caso che le forze di polizia italiane non sono in grado di gestire situazioni come quelle di martedì all’Olimpico?
Ripeto, a volte prevale la disorganizzazione. Del resto, parliamoci chiaro, gli episodi di abusi sono all’ordine del giorno. Ci sono poliziotti che si presentano con finti mandati nelle case di migranti sequestrando, anzi rubando i loro risparmi. Il tutto nella massima impunità.
Ma non esistono commissioni di controllo disciplinare?
Certo, ma sono commissioni esclusivamente interne. Non hanno nessun senso. E’ facile che prevalga quasi sempre l’omertà e la copertura del collega.
Ogni volta che assistiamo ad episodi del genere viene in mente il g8 di Genova. Lì, agli occhi di migliaia di cittadini, la Polizia, da forza di sicurezza e di tutela, si è trasformata in una forza di cui aver paura…
E come ha reagito il governo di allora? Coprendo, insabbiando e promuovendo i responsabili. E poi ci stupiamo se i violenti si comportano in modo arbitrario. D’altra parte ci sono dirigenti impreparati che consentono il prevalere di poliziotti dal piglio violento.
Dunque è un problema di formazione?
Di formazione e di indirizzo. Se mando persone poco esperte a gestire situazioni esplosive è evidente che la gestione negoziata salta e prevale la violenza. Ci vuole esperienza e determinazione. La determinazione che ti fa dire: “Questa manifestazione deve andare bene; la gestione pacifica deve funzionare ad ogni costo”
Ed invece?
E invece spesso questo non accade. Pensiamo solo allo sfilacciamento organizzativo tra le diverse forze dell’ordine. Una condizione che si verifica spesso e che fa saltare il coordinamento ed il comando. E’ così che le situazioni sfuggono di mano.
Nessun governo ha mai messo mano all’irrazionalità della gestione e dell’organizzazione delle forze di ordine pubblico.
Parlava della sensazione di impunità di molti poliziotti e carabinieri…
Dalla metà degli anni ’90 si è sviluppata in tutta Europa, Italia compresa, una mentalità ed un atteggiamento di impunità totale. La questione è gravissima. Il governo Berlusconi, tanto per fare un esempio, ha coperto a spada tratta il comportamento delle forze di polizia. Quel tipo di potere ha dei margini di discrezionalità che spesso scivolano in arbitrio. Il fatto è che ci sono congiunture politiche che facilitano queste cose. A forza di proclamare la tolleranza zero ed il ruolo salvifico delle forze di polizia siamo arrivati al punto che comandano quei quattro fascisteli che ci sono sempre stati.