Il Patto Civile di Solidarietà (PACS) è una forma di riconoscimento giuridico di tutela per le coppie di fatto, eterosessuali ed omosessuali. E’ stato ideato in Francia, dove è in vigore da più di tre anni.
Per i gay e le lesbiche rappresenterebbe la prima forma di riconoscimento giuridico delle proprie unioni; tuttavia non è rivolto solo alle persone omosessuali, come si potrebbe pensare, ma è uno strumento a cui possono accedere le coppie di sesso diverso che non vogliono contrarre matrimonio o coppie che vogliono semplicemente vincolarsi in maniera legale.
Questo potrebbe rappresentare un passo storico per il nostro Paese e un passo in avanti per il riconoscimento delle coppie di fatto, una tutela dell’amore che non passa necessariamente per il matrimonio.
Dare dei diritti anche alle convivenze è sicuramente il segno che la nostra società sta cambiando, nonostante viviamo in uno Stato in cui il potere religioso si fa sentire così prepotentemente.
La legge sul PACS depositata in parlamento dall ’86, é frutto di una lunga mediazione ed è comunque un primo passo verso un obiettivo ben più ampio che mira a garantire pari dignità e cittadinanza alle coppie di persone che desiderano una unione civile diversa dal vincolo del matrimonio, o che comunque garantisca diritti legali a coppie di fatto.
Le attuali leggi italiane non permettono a due persone dello stesso sesso di dare una regolamentazione giuridica ai loro rapporti, neanche se basati su convivenze stabili.
Non è così nel resto d’Europa. Leggi specifiche riconoscono dignità e diritti alle coppie omosessuali in Francia, Gran Bretagna Germania, Olanda, Belgio, Portogallo, Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, Islanda, Lussemburgo e Spagna. Il 15 gennaio 2003 il Parlamento europeo ha chiesto per l’ennesima volta agli Stati membri di riconoscere pari diritti alle coppie dello stesso sesso. La Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea vieta qualunque discriminazione motivata dall’orientamento sessuale e riconosce a tutti il diritto a costituire una famiglia. E’ un percorso di libertà in cui l’Italia è rimasta indietro, bloccata da pregiudizi anacronistici.
E’ inaccettabile che un paese civile tuteli in modo diverso i propri cittadini a seconda dell’ orientamento sessuale.
Ma non è solo lo Stato a dover riconoscere diritti e dignità, è soprattutto la società civile che si mostra intollerante e profondamente pregiudiziale nei confronti della diversità in genere. L’omofobia nel nostro Paese non si respira solo in atti di violenza contro i gay, che non mancano, ma anche nelle piccole azioni quotidiane che portano l’omosessuale a non esprimere le proprie inclinazioni sessuali e quindi a non vivere serenamente la propria identità. Proprio per questo chiunque si dichiara per i diritti umani e contro le discriminazioni dovrebbe impegnarsi in una lotta che non è fatta solo di grandi eventi, ma soprattutto di piccole pratiche di convivenza e condivisione, per affermare che la diversità è una ricchezza, un incentivo a crescere e non un problema. Proprio credendo in questo valore, ritengo che noi giovani non possiamo esimerci da questo processo di cambiamento del Paese che avremo in eredità, perché è con le persone del domani che si può pensare di costruire un mondo diverso.
Questa probabile legge non impone nulla alle coppie di fatto che non vogliano darsi alcun vincolo giuridico: il PACS è un’opportunità in più per tutti, non è un obbligo per nessuno. Per le coppie di fatto che intendono rimanere tali ma che hanno un carattere di convivenza stabile la legge prevede alcuni riconoscimenti in più, nel rispetto della volontà della coppia di non darsi nessun vincolo normativo. Assistere il/la propria partner in ospedale, partecipare alle decisioni che riguardano la sua salute e la sua vita, lasciare in eredità il proprio patrimonio alla persona con cui si è condivisa l’esistenza senza le gravose imposizioni fiscali previste per un estraneo rappresentano sono alcune delle opportunità, oggi negate, che verrebbero introdotte dalla nuova legge.
Noi giovani che costituiamo parte essenziale della società, la costruiamo e ne indirizziamo il percorso passo passo con le scelte quotidiane, perciò vogliamo che sia un luogo in cui l’uguaglianza sia l’opposto dell’omologazione e passi per il rispetto delle diverse identità.
Il PACS, per questo, non è che un inizio, uno spunto per continuare a lottare, per mostrare a tutti che un mondo diverso non solo è possibile, ma esiste e siamo noi!
* Coordinatore Provinciale delle/dei Giovani Comuniste/i della Federazione di Foggia