Pacs e aborto: per il Vaticano è «l’eclissi di Dio»

«Vi è l’eclissi di Dio» dietro la crisi della famiglia, il calo delle nascite, i Pacs, la contraccezione e l’aborto e la fecondazione assistita. Durissima e intransigente è la linea a difesa della famiglia tradizionale fondata sul matrimonio, presentata ieri dal cardinale
Alfonzo Lopez Truijllo con il documento «Famiglia e procreazione umana». Nelle 57 pagine «offerte» come omaggio a Benedetto XVI, il dicastero vaticano fissa griglie e paletti per difendere la famiglia, istituzione «oggetto di attacchi come mai nel passato». Lo fa proprio a ridosso del viaggio di papa Ratzinger a Valencia, nella Spagna di Zapatero, dove l’8 luglio parteciperà all’assise mondiale cattolica sulla famiglia.
Senza particolari presentazioni alla stampa il documento diffuso ieri dalla Sala Stampa vaticana si presenta come un vero e proprio «manifesto» che ha il sapore dell’intransigenza, che chiude le porte al dialogo sui «temi eticamente sensibili». Il cardinale colombiano, citando documenti della Santa Sede, prese di posizione dell’allora prefetto dell’ex Sant’Uffizio, cardinale Ratzinger e di papa Giovanni Paolo II, mette sotto accusa la famiglia moderna sempre più «sterile», con uomini e donne che rinunciano alla responsabilità della «procreazione consapevole».
Tutto colpa dell’illuminismo, dello scientismo, del relativismo che hanno puntato ad offuscare l’idea del Dio creatore a cui si contrappone l’uomo «che si arroga il potere di fabbricare l’uomo e allora si arroga anche il potere di distruggerlo». Colpa dell’individualismo che uccide la famiglia. Una deriva di cui sarebbe responsabile il «femminismo» che «ha esacerbato le relazioni tra i sessi e accentuato il carattere polemico della relazione tra maschi e femmine», rafforzando la visione «puramente individualistica dell’uomo e della donna» e incitando al «superamento della famiglia».
Truijllo ripropone la «procreazione consapevole» che ha come suo luogo naturale la famiglia fondata sul matrimonio. Nell’elenco dei valori non negoziabili al primo posto vi è la vita umana «da tutelare dal primo momento del concepimento sino alla fine naturale». È netta la chiusura verso qualsiasi forma di manipolazione genetica e ogni procreazione assistita: «Tecniche che tendono a fabbricare la vita», che offendono la dignità del nascituro, negando «il diritto a nascere da un atto di amore tra un uomo e una donna». È un no «sia all’uso degli embrioni, sia all’intervento, attraverso l’inseminazione artificiale o la fecondazione in “vitro” nel processo di fecondazione». «Siamo all’apologia della famiglia monoparentale», osserva critico, confermando il più fermo sbarramento alle richiese di «parificazione», ai Pacs. Nel documento si fa esplicito riferimento alle coppie omosessuali e alle lesbiche (la parola compare per la prima volta in un documento vaticano). «Coppie formate da omosessuali rivendicano – vi si legge – gli stessi diritti riservati a marito e moglie, reclamano persino il diritto di adozione». E poi si aggiunge: «Donne che vivono una unione lesbica rivendicano gli stessi diritti analoghi, esigendo leggi che diano loro accesso alla fecondazione eterologa o all’impianto embrionale». L’aborto è definito «delitto abominevole» e «uccisione deliberata di un essere umano innocente», mentre si ribadisce anche la condanna alla contraccezione. Citando l’«Humanae vitae» di Paolo VI, il documento vaticano lo ricorda: l’unica forma di controllo delle nascite lecita è «la continenza periodica», l’atto d’amore nei periodi non fertili.
I toni sono duri, ultimativi. Parlando lunedì sera ai giovani della diocesi di Roma papa Benedetto XVI aveva usato un linguaggio più aperto e accogliente, più attento ai valori positivi da proporre, alla gioia, piuttosto che ai vincoli e ai divieti.
Le reazioni non mancano. Contro il documento polemizza il diessino e presidente onorario dell’Arcigay, Franco Grillini. Definisce «sproporzionato, incoerente e ridicolo» il documento pontificio che – aggiunge «si scaglia con inusitata violenza contro i diritti delle coppie omosessuali». «Costruire un’idea plurale degli istituti familiari in campo giuridico – conclude – rafforza la famiglia». Gli risponde Rocco Buttiglione (Udc): «Gli riesce intollerabile qualunque posizione che non gli dia ragione. Sono invece molti gli italiani, probabilmente la grande maggioranza, a ritenere che la famiglia “tradizionale” abbia una fondamentale funzione sociale: generare ed educare una nuova generazione». «La religione deve rimanere un fatto privato e i convincimenti che da essa ne derivano non possano essere imposti per legge a tutta la popolazione» risponde invece Marco Rizzo (Pdci).