Pacs e aborto, crociata vaticana

Vita e famiglia sono sacre, e guai a chi le tocca. Che sia l’uomo o lo stato, si commette un peccato mortale, che conduce l’umanità all’autodistruzione. Il Ratzinger-pensiero – sui due temi ritenuti cruciali da Benedetto XVI – emerge potentemente nel nuovo documento «Famiglia e procreazione umana», diffuso ieri dal Vaticano. E se qualcuno si aspettava qualche segnale di apertura – dopo le timide proposte di prelati come il cardinale Carlo Maria Martini e il teologo della casa pontifica George Cottier – la delusione sarà grande. Il papa tedesco resta fermo sulle posizioni che, d’altronde, contraddistinguevano anche Wojtyla. Nulla di nuovo, dunque, nella parte dottrinaria. Nuovi, invece, i toni: apocalittici, a tratti brutali. E l’analisi, dal piano antropologico, si avventura sul terreno della sociologia e risale anche all’eziologia, indicando cioè le cause dei «mali» in cui si dibatte il mondo occidentale. Il Ratzinger filosofo e maestro sembra imporre la sua presenza anche in queste pagine, che confermano come il focus del papa sia esclusivamente puntato sull’Occidente (che d’altronde viene citato) e sulle sue «profonde malattie».
Il documento, però, tradisce, d’un tratto, i toni ben più morbidi, usati dal papa, sugli stessi argomenti, solo due giorni fa. Mistero presto svelato: l’estensore materiale del testo è il cardinale spagnolo Alfonso López Trujillo, capo del dicastero vaticano per la famiglia. López Trujillo è un esponente di quella corrente tradizionalista spagnola che punta alla costruzione di una societas christiana, ed è entrata in profonda rotta di collisione con il governo Zapatero. Si spiega forse così un testo che trasuda arroganza e superficialità nel liquidare alcune questioni (come il ruolo del femminismo o il calo demografico) che meriterebbero maggiore approfondimento. López Trujillo intende arrivare al «muro contro muro» fra chiesa e governo spagnolo, in vista del viaggio che papa Ratzinger compirà a luglio in quel di Valencia, in occasione del congresso mondiale dedicato alla famiglia. In questo progetto, il documento diffuso ieri rappresenta un preciso fendente, che taglia ponti e possibilità di conciliazione.
Per articolare il pensiero cattolico sulla famiglia e sulla procreazione, insomma – a confronto con Pacs, aborto, fecondazione assistita, matrimoni gay – sarebbe stato necessario un manuale di più ampio respiro, con un taglio didascalico, piuttosto che perentorio.
Tutt’altro. «Mai come ora l’istituzione naturale del matrimonio e della famiglia è stata vittima di attacchi tanto violenti. Da correnti radicali sono sorti nuovi modelli di famiglia», tuona López Trujillo, puntando il dito contro quei provvedimenti che intendo «legalizzare forme di unione che destabilizzano il matrimonio e la famiglia» ed anche contro i movimenti femministi che, secondo il testo, hanno accelerato la disgregazione della famiglia. Tra le cause principali vi è comunque «l’eclissi di Dio, alla radice della profonda crisi attuale». Segue il bastone sulle coppie omosessuali che «rivendicano gli stessi diritti riservati al marito e alla moglie, reclamando perfino il diritto di adozione». Dura condanna anche su «certe correnti di bioetica» e sulle «pratiche bio-mediche che separano, nell’unione coniugale, il fine unitivo da quello procreativo, la sessualità dall’amore». Qui si apre il fronte delle «politiche di controllo delle nascite», dove il «comportamento sessuale delle coppie è sempre più vittima di pressioni, cioè di forme di coercizione, emanate da autorità pubbliche, nazionali o internazionali».
Un tasto dolente è poi «la trasmissione della vita», divenuta «questione di tecnica e di tecnici» che «sognano perfino di fabbricare la vita». Si condanna con forza, allora, «la manipolazione genetica, sia per quanto si riferisce all’uso di embrioni, sia all’inseminazione artificiale o alla fecondazione in vitro».
Conseguenza estrema: «Come confermano pratiche funeste oggi legalizzate in alcuni paesi, se l’uomo si arroga il potere di fabbricare l’uomo, allora si arroga anche il potere di distruggerlo». Poi alza forte il grido contro l’aborto, definito «delitto abominevole», «disordine morale grave». Affermando: «Nessuna legge al mondo potrà mai rendere lecito un atto che è intrinsecamente illecito, perché contrario alla legge di Dio». E, se è un delitto, si richiede a chiare lettere una pena: «Non è concepibile che un delitto possa restare impunito». All’indice anche i contraccettivi, che hanno generato un modello di famiglia con soli uno-due figli.

* Lettera22