Ostuni, (provincia di Brindisi), 4 gennaio, domenica. Ore 16: sul magnifico “paese bianco” grava una gelida cappa invernale. Tra i vicoli “tunisini” che si inerpicano sino alla cattedrale spira un vento freddo, sibilante, continuo. I vicoli sono vuoti, Ostuni intera è deserta. L’ernesto ha organizzato un incontro su “ Crisi del capitale, attacco al lavoro, ruolo dei comunisti e della sinistra”, presso la sede locale del Circolo PRC. I compagni de l’ernesto di Ostuni, in mezzo a tanto freddo e tanto deserto, temono il peggio: che pochissimi escano di casa… Arriva Paola Pellegrini, dell’Ufficio Politico Nazionale del PdCI : viene da Livorno, un lungo viaggio, è stanca e intirizzita dal freddo. Arriva Andrea Catone, da Bari, avvolto in un grande sciarpa anti-gelo. E con lui Mariella, la moglie, che proprio in questo giorno compie gli anni. Ed è pure l’anniversario del loro matrimonio: complimenti…. I compagni e le compagne di Ostuni li ringraziano.
Arriva anche Fosco Giannini, da Ancona (direttore de l’ernesto).
Poi, pian piano, arriva la gente: da Ostuni e da Brindisi; arrivano i militanti di base, i dirigenti provinciali e i due segretari di Federazione PRC e PdCI di Brindisi. La sala del Circolo si riempie e ad un certo punto mancano le sedie, che un compagno va a trovare fuori, in un bar. Ed è una fortuna che si è in molti, poiché la stufa elettrica, all’inizio, non funziona e – cappotto vicino a cappotto – ci si scalda.
E’ il giovane segretario del Circolo del PRC, il compagno Scalone – un po’ emozionato – ad aprire i lavori. Pone il problema – giustissimo – che il progetto dell’unità dei comunisti non deve innalzarsi solo nei grandi centri, nelle grandi città, ma – per vivere e prendere corpo – deve radicarsi e materializzarsi anche nelle province, nei piccoli paesi, attorno ad “ ogni campanile” , anche ad Ostuni, non solo a Roma.
Poi prende la parola Andrea Catone, “ storico del movimento operaio” (della redazione de l’ernesto): il suo è un ragionamento lucido, tagliente, che non concede nulla alla retorica, che chiede impegno a chi ascolta. Ma poi, mano a mano che la riflessione va avanti, “ il pubblico” è affascinato da Catone, che svolge una vera e propria lezione marxista relativamente alla “crisi capitalista” e ai compiti che essa pone ai comunisti e alle forze della sinistra.
“ Siamo di fronte ad una delle cicliche crisi di sovrapproduzione che Marx definiva come “fisiologiche” all’interno dello sviluppo e delle contraddizioni del capitalismo – dice tra l’altro Catone – e lo sciopero non può essere l’unica risposta che i comunisti e la sinistra di classe debbono dare alla crisi. Occorre incidere fortemente sulla redistribuzione del reddito, sul sistema fiscale, sugli investimenti, sulla democrazia nei luoghi di lavoro, sulla centralità del lavoro, sul ripristino dello stato sociale, su forme di lotta e di mobilitazione di lunga durata…”.
Poi tocca a Paola Pellegrini, PdCI. Con intelligenza e passione, mai retorica, mai scontata, affronta soprattutto le questioni legate allo sviluppo economico e industriale italiano, con un giudizio severo sulla borghesia italiana ( “ancora stracciona, e insieme ferocemente antioperaia”); affronta la questione dell’ “oscura involuzione” del capitale italiano” che – tra la speculazione finanziaria, la grande evasione ed elusione fiscale, la dislocazione dei capitali nei paesi con forza lavoro a basso prezzo e la fuga verso i paradisi fiscali – diviene parassitario e chiede al movimento operaio di pagare la crisi” . E, chiude ribadendo, “ col cuore e con la razionalità politica”, che il PdCI è pronto – dal suo gruppo dirigente ai suoi militanti – a costruire, sin da subito, l’unità dei comunisti, ad unirsi al PRC e alla diaspora comunista italiana, per costruire un “ partito comunista a livello dei tempi e con tendenza di massa”.
Dopo l’intervento di Fosco Giannini si apre il dibattito, che – dalle 16 – dura sino alle 22.00 (“ un miracolo per un paese come il nostro”, dice un compagno del PRC).
I militanti e i dirigenti del PRC e del PdCI escono dalla sala consapevoli di questa esigenza di unità. Decidono di lavorare per una iniziativa comune sulla Palestina e di andare davanti alle fabbriche e ai luoghi di lavoro con un volantino comune (simboli PRC e PdCI appaiati) sulla crisi del capitale e sull’esigenza che essa non sia pagata dai lavoratori.
Non solo: insieme decidono di ripetere l’iniziativa anche a Brindisi.
Poi si va a cena tutti insieme, per battere il freddo e rinsaldare il rapporto reciproco di fronte a un bicchiere di vino rosso pugliese.