Il primo turno è ormai dietro le spalle e adesso una nuova campagna comincia, fino al 6 maggio. Sia Nicolas Sarkozy che Ségolène Royal devono riposizionarsi, cercando l’equilibrio tra gli elettori del primo turno e l’apertura a nuovi voti. Anche se Sarkozy è arrivato ampiamente in testa, l’operazione non è facile neppure per il candidato della destra. Sarkozy ha preso voti al Fronte nazionale, facendo una campagna «a destra tutta». Secondo un sondaggio dell’istituto Csa, il 60% degli elettori di Le Pen voterà Sarkozy al ballottaggio.
Ma né Le Pen, né gli altri due candidati di destra – Philippe de Villier e Frédéric Nihous – hanno lanciato appelli al loro elettorato a favore del candidato Ump. Sarkozy deve quindi cercare voti al centro. Come Ségolène Royal.
E’ probabile che François Bayrou, che sogna di fondare un partito democratico unendo centro-destra e social-democratici ma che in realtà pensa al proprio destino personale – candidarsi per le presidenziali del 2012 – non darà indicazioni di voto, né per l’uno né per l’altra. Bayrou sa benissimo di non essere proprietario dei sette milioni di elettori che l’hanno scelto al primo turno. Ma l’équipe di Sarkozy non ha abbandonato l’idea di mercanteggiare l’elezione a deputato con i parlamentari uscenti dell’Udf di Bayrou, preoccupati di perdere il posto a causa delle fantasie del loro leader.
Sarkozy intende puntare sui «valori». Parla di «rivalorizzazione del lavoro», di «scuola dell’eccellenza», di «moralizzazione del capitalismo finanziario», di «rivoluzione dello sviluppo durevole». Un mix che tenta di mettere assieme le esigenze dell’elettorato di destra-estrema destra («valori come l’identità nazionale, l’autorità, il lavoro, il merito») e quello delle classi medie che hanno scelto il centro.
Il suo riferimento culturale del momento è il filosofo tedesco Sloterdijk, che sostiene che il ruolo redistributivo dello stato ha ormai raggiunto i suoi limiti nelle società occidentali, soprattutto europee. Loro malgrado, i socialisti gli hanno offerto un argomento su un piatto d’argento: il presidente socialista della regione Ile de France, Jean-Paul Huchon, proprio prima del primo turno ha deciso di permettere di viaggiare gratis sui trasporti pubblici ai beneficiari dell’Rmi, il reddito minimo dato ai disoccupati. «Se non lavoro, è gratis, se invece lavoro, pago. Bravi!» ironizza Sarkozy.
Anche Royal deve fare l’equilibrista. Anche Royal critica i biglietti gratis sul metro per i disoccupati: «non voglio una Francia di assistiti – afferma – voglio che ogni nuovo diritto venga accompagnato da un nuovo dovere». Royal non puo’ pero’ permettersi di perdere l’ala sinistra del suo elettorato e deve conquistarsi il 10% raggiunto dalla sinistra della sinistra. Rispetto al centro, l’idea di fondo al Ps è di lasciar perdere Bayrou, che «tanto non dirà mai di votare per noi» assicura il segretario del Ps, François Hollande. Royal deve rivolgersi all’elettorato di Bayrou, al 5% che viene dalla sinistra e al 5% che è di destra ma che non vuole Sarkozy, assicura uno dei direttori di campagna di Royal, François Rebsamen.
L’ex leader del ’68 oggi eurodeputato Daniel Cohn Bendit, fautore dell’alleanza tra i socialisti e il centro, afferma che «ciò che conta, è trovare il linguaggio e le parole per parlare agli elettori di François Bayrou».
Ségolène Royal ha cominciato a farlo fin da domenica sera. «Tendo la mano a tutti coloro che pensano che è urgente abbandonare un sistema che non funziona più» ha affermato. Parla di «riformare la Francia senza brutalizzarla», afferma di «fare una scommessa sull’intelligenza dei francesi» di «rifiutare di coltivare le paure». Promette uno «stato imparziale». Ha cominciato a cercare la strada per conciliare gli elettori della sinistra della sinistra, che hanno massicciamente votato «no» al refendum sulla Costituzione europea nel 2005, e i centristi pro-europei. Ha promesso un nuovo refendum, su un tratto riscritto, con al centro le preoccupazioni dell’Europa sociale. L’ex ministro dell’economia, suo rivale sfortunato alle primarie del Ps, Dominique Strauss-Kahn, attende di riprendere servizio: «abbiamo ben visto i temi discussi nella campagna, il rinnovamento dell’approccio economico e sociale, la rivoluzione ecologica, la riforma istituzionale e il rilancio dell’Europa. E’ l’essenza stessa di un programma social-democratico», conclude.