Occhi puntati sulla cultura, in senso gramsciano

Quando si parla di “cultura” è bene innnanzi tutto intendersi sul termine. “Cultura” non sono infatti solo le cose della cultura così come normalmente le si intende: i libri, il teatro, il cinema, l’arte, i musei, e così via. E’ cultura anche quella diffusa e generale, che ha un peso rilevantissimo nella formazione della consapevolezza sociale degli individui.
Gramsci ci ha insegnato a intendere per cultura una “coerente, unitaria, e di diffusione nazionale ‘concezione della vita e dell’uomo’, una ‘religione laica’, una filosofia che sia diventata appunto ‘cultura’, cioè abbia generato un’etica, un modo di vivere, una condotta civile e individuale”. Secondo questa prospettiva va inteso per cultura tutto ciò che contribuisce alla consapevolezza sociale di sé, ogni fatto che determini la percezione che ciascuno ha di se stesso e del mondo. La cultura tende dunque a coincidere con la sovrastruttura, la quale si pone in rapporto dialettico con la struttura, e cioè con la base economica e sociale, influenzandola e risultando da lei a propria volta influenzata.
La nostra attenzione per la struttura, per la realtà concreta dei rapporti di produzione, non deve farci dimenticare che la sovrastruttura è essa stessa un luogo in cui confliggono idee e forze opposte e in contrasto fra loro. La cultura in questo senso è un luogo dove si confrontano visioni della cultura e della società diversi, a volte opposti, spesso in conflitto. In ogni caso non va mai intesa come un campo di valori “puri”, intangibili, astratti, forti di un proprio valore slegato dal contesto in cui si determinano. Proprio per questo è indispensabile elaborare e proporre un modello altro di cultura rispetto a quella ufficiale e dominante.
Il modello di cultura attuale non è affatto neutro, e non riflette valori neutri. E’ piuttosto il sedimento, e allo stesso tempo l’alimento, del sistema dei rapporti sociali dati: contrastare l’uno è tutt’uno con il criticare l’altro. Tutto ciò vale per le grandi scelte di politica culturale come per le prospettive più circoscritte e locali: i due piani sono strettamente intrecciati ed è molto importante evidenziare e approfondire il loro intreccio.
Di questi temi, così nevralgici per la nostra concezione della politica, si discuterà nell’incontro di venerdì 7 luglio alla Festa di Liberazione (alle ore 21) intitolato per l’appunto “Un’altra cultura è possibile. Quali politiche culturali per Rifondazione comunista?” Saranno presenti Edoardo Sanguineti, lo scrittore Andrea Bajani, il nostro Presidente del Consiglio Comunale Beppe Castronovo e lo storico Angelo d’Orsi. Concluderà l’incontro la responsabile nazionale cultura del PRC, Stefania Brai.