Da oltre tre mesi la Libia subisce i quotidiani bombardamenti della NATO ma ciò nonostante il popolo libico resiste eroicamente all’arroganza dell’imperialismo neo-coloniale mascherato da intervento umanitario.
Ci è stato detto che Gheddafi fosse isolato e che la guerra si sarebbe risolta in poche settimane. Ci hanno raccontato che l’intervento fosse inevitabile per proteggere i civili e che le bombe, le famose bombe intelligenti, avrebbero colpito solo obiettivi militari (ricordate lo scazzo televisivo tra l’eroina di Anno Zero Giulia Innocenzi e Vittorio Sgarbi?). Si continua ad accusare il regime libico delle peggiori atrocità, ultimi i presunti stupri di massa perpetrati dall’esercito libico e ordinati da Gheddafi in persona, il quale, per facilitarne il compito, imbottirebbe di viagra le sue truppe. Tutto falso!
Intanto, ieri, per la prima volta, gli esportatori di democrazia hanno dovuto ammettere di aver bombardato un quartiere popolare di Tripoli uccidendo alcuni civili tra cui tre bambini. Ovviamente hanno subito messo in chiaro che si è trattato di un errore, i famosi effetti collaterali delle guerre umanitarie.
E per la prima volta si è sollevata l’indignazione anche di coloro che a sinistra fino all’altro giorno invocavano l’intervento risolutore della NATO.
Peccato che quei tre incolpevoli bambini non fossero i primi uccisi dalle forze alleate in Libia. Il primo maggio infatti, in uno dei tanti raid aerei, rimasero uccisi altri tre bambini, Saif di due anni, Carthage anch’essa di due anni e Mastoura di soli quattro mesi. Ma quelle vittime non meritavano lo sdegno dell’occidente civilizzato poiché erano i nipoti del colonnello Mu’ammar Gheddafi.
E poi, del resto, come avrebbero potuto piangerli se i lori amici di Bengasi ne festeggiavano la morte con manifestazioni di giubilo in piazza?