Nuovo massacro di Ishaqi, il Pentagono scagiona i marines

Si moltiplicano le accuse di crimini di guerra ai militari americani in Iraq, e lo scandalo assume dimensioni ancora più gravi di quello delle sevizie inflitte ai detenuti di Abu Ghraib. Secondo Jeremiah Sullivan, uno degli avvocati, sette dei marines coinvolti nella strage di 24 civili ad Haditha, avvenuta il 19 novembre dello scorso anno, saranno incriminati per omicidio nel giro di uno o due giorni. Alcuni di loro rischiano la pena di morte. È andata meglio ai militari coinvolti in un presunto massacro il 15 marzo a Ishaqi, a nord di Bagdad, dove morirono 11 persone tra cui 4 bambini, un infante di sei mesi, e 4 donne, denunciato dalla Bbc che ha trasmesso un agghiacciante video ricevuto da un gruppo radicale sunnita. Un’ inchiesta ha scagionato gli accusati: le forze americane, dice il Pentagono «utilizzarono forza appropriata» e «non uccisero deliberatamente dei civili». Ma un’ altra inchiesta è in corso sull’ uccisione di un uomo a Hamandya il 26 aprile, e un’ altra ancora dovrebbe essere avviata su quella di due donne, di cui una incinta, a un posto di blocco a Samarra. Stando alle accuse, a Ishaqi le truppe americane aprirono il fuoco sugli abitanti di una casa in cui avevano fatto irruzione dando la caccia a un presunto membro di Al Qaeda, e subito dopo l’ eccidio la fecero saltare per nascondere l’ accaduto. Nella versione del Pentagono, è invece scoppiata una battaglia con 4 morti di cui 3 civili. A Hamandya, i soldati Usa avrebbero ucciso un uomo, poi, nel tentativo di farlo passare per terrorista, gli avrebbero messo accanto al cadavere un Ak 47. Discutendo delle accuse, il portavoce della Casa Bianca Tony Snow ha dichiarato che il presidente Bush «è molto preoccupato e chiede ai militari di rispettare la popolazione irachena». Ma in un infelice commento, il ministro della Difesa Donald Rumsfeld ha affermato che «in guerra succedono cose che non devono succedere» e che «il 99,9 per cento dei soldati si comporta umanamente». Per l’ America è una nuova crisi dalle conseguenze imprevedibili. Il Washington Post riferisce che il Pentagono potrebbe riesumare i cadaveri di numerose vittime e sottoporre alla corte marziale anche i superiori dei loro presunti omicidi. Ma le Associazioni dei diritti civili dubitano che venga fatta piena giustizia, citando il caso di Santos Cardona, un sergente che aizzò il suo pastore belga contro i detenuti di Abu Ghraib: Cardona, che rischiava fino a 10 anni di carcere, è stato ieri condannato a una pena lieve, 90 giorni di lavori forzati. Ma non andrà in carcere. In Iraq potrebbe esplodere l’ indignazione popolare.