Ora che è caduto ne vengono fuori delle belle, ora che è caduto persino l’Opus dei si tira fuori, chi, Fazio? E chi lo conosce… Messori più che cattolico, lo definisce baciapile e viene fuori che la figlia è sì suora laica, ma nell’ordine dei legionari di Cristo, «un’organizzazione di origine messicana, il cui fondatore, Marcerl Macial, è sotto inchiesta da parte del Vaticano per pedofilia». Ma più di tutti adoperano il dente avvelenato i cittadini di Lodi, se non tutti, una buona parte. Non hanno infatti perdonato che, per allestire la tensostruttura adibita al galà in onore di Fazio e signora, il solito Gianpiero Fiorani abbia addirittura rimosso una bella fetta del pavé d’epoca in piazza della Vittoria. Erano i primi di febbraio 2002 e in occasione di un “alto” convegno economico l’ex Governatore e signora vennero ospitati nel capoluogo della Bassa a spese della Banca popolare di Lodi. Per l’occasione, allora, Gianpiero il Grandioso affittò e ristrutturò un’intera villetta, arredandola di tutto punto, con mobili e confort ovviamente all’altezza. E fu appunto per essere all’altezza che lo storico selciato venne asportato (e poi ripristinato, ma in malo modo: e questo i lodigiani se lo sono legato al dito).
Fazio e signora valevano bene una messa, allora.
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Non riusciamo a staccarci dal filone “banchieri” e simili: affascinante. Abbiamo sotto gli occhi la sfilza degli stipendi (si fa per dire) che si portano a casa, ogni santo 27. In testa è sempre lui, Gianpiero Fiorani (momentaneamente a San Vittore) con 2 milioni di euro l’anno (compenso 2004 comprensivo anche di 300 mila euro percepiti come premio per i risultati ottenuti, si scusi l’involontaria ironia…). Gianni Consorte, presidente Unipol, si porta a casa 1.485.000 euro (tra stipendio e gettoni di presenza vari). Ivano Sacchetti, vice presidente e amministratore delegato della stessa Unipol, se la cava con 1.578 euro; Gnutti, finanziere bresciano, intasca nello stesso anno 279.000 euro solo sotto la voce gettoni di presenza.
Lo diceva Bertold Brecht: «Perché fare una rapina, quando si può fondare una banca?»
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Sex symbol in ribasso. La pubblicità (almeno quella televisiva) ritorna sui suoi passi, rispolvera Carosello e gli spot di una volta, quelli basati sulle scenette comiche. E quelli che puntano sulla “rivalutazione” del maschio più o meno latino. Così trionfano Aldo Giovanni e Giacomo, Christian De Sica nel tormentone (pare apprezzatissimo) del vigile romano, e Valentino Rossi che, dicono, “tira” assai di più delle curve “tutto intorno a te” di Megan Gale. Va bene, il filone pubblicitario dei telefonini basato sul richiamo erotico femminile è in crisi: ma a sostituirlo ci mettete Andreotti?…