Udite udite. «… E Amato ha capito che non era più conveniente aspettare oggi per meglio vendemmiare domani. Perciò ha chiesto con determinazione a Romano Prodi e a Rutelli di poter guidare la lista dell’Ulivo in Toscana. Lo ha fatto senza interpellare preventivamente i dirigenti diessini – che in Toscana sono i padroni di casa -. Prodi nulla ha potuto, per i Ds neanche a parlarne: la legge proporzionale obbliga a guadagnarsi pane e voti attraverso faticatori di partito come Vannino Chiti, e non “attraverso esterni con villa a Caparbio”. A quel punto Amato è stato messo al cospetto della sopraggiunta minorità politica: non sarà un reclutatore di consensi, e probabilmente non entrerà automaticamente, come sembrava fino a poco tempo fa, nella lista dei candidati al Quirinale». La cronaca biforcuta è tutta del “Foglio”, che ha l’aria di divertirsi sull’Amato rimasto senza questo e senza quello. Ma anche “La Stampa” vi intinge un bel po’, osservando che, al niet dei Ds, «non è affatto chiaro cosa risponderà il Dottor Sottile. Il quale, anzi, viene descritto da chi lo conosce bene, come ³sottilmente² irritato. Sia coi Ds – e ormai non è più nemmeno una novità – sia con lo stesso Prodi». Le smanie per la candidatura.