Hiro Hito, che fu l’ultimo imperatore del Giappone, si considerava non certo un comune mortale. Pretendeva anzi di essere una sorta di Faraone, l’incarnazione della Divinità, il Sole tourt court. Come tale, si considerava al di sopra e al di fuori; essere misterioso e superiore, non rivolgeva mai la parola al suo popolo e, se parlava, si esprimeva in una lingua sconosciuta, segreta più che arcaica. E infatti fu in un idioma incomprensibile al popolo giapponese, che Hiro Hito, a nome del popolo giapponese, dichiarò la guerra dell’Asse a fianco di Hitler e Mussolini.
Ebbene, non lo sapevamo, ma anche noi avevamo il nostro piccolo Hiro Hito di casa. Nella persona del Governatore-papa. L’Infallibile, l’Intoccabile, l’Inamovibile, L’AldiSopra di Bankitalia. In un colto, recente articolo del prof. Giavazzi (Corriere della Sera) si poteva infatti leggere che, tra le prerogative del Governatore di Bankitalia – quelle sancite da un decreto firmato da duce e re nel 1936 e appunto vigenti fino alla “caduta” di Fazio e alla riforma di pochi giorni fa – c’era la seguente: divieto di rendere noto l’emolumento percepito dal Governatore medesimo. Segreto di Stato, in sostanza, su ciò che guadagna un tipo come Fazio (e anche gli altri prima di lui). Segreto faraonico (anche mistico). Omissis.
Alla faccia nostra.