Preservativi inquieti, nel mirino. L’utile e innocente aggeggio, in questi tempi teocon, se la vede brutta. A Torino un gruppo di ragazzi buontemponi e laici (o laicisti che dir si voglia) per celebrare la breccia di Porta Pia non ha trovato di meglio che appiccicare un condom pendulo al citofono della Curia arcivescovile. La polizia li ha beccati, apriti cielo: denunciati ai sensi dell’art. 404 del codice penale. Che non è una bazzecola, ma una roba che punisce con la reclusione da uno a tre anni chi «offende la religione dello Stato mediante vilipendio del culto o di cose oggetti di culto». Ma, di grazia, anche il campanello del vescovo è un oggetto di culto? Canea anche negli Usa, dove una vistosa pubblicità sul giornale “America” si è presa la briga di rendere noto che è possibile acquistare «un pezzo unico dell’arte religiosa contemporanea». Cioè una statuetta alta 22 cm della Vergine Maria avvolta completamente in un velo di lattice. Ossia avvolta dentro un preservativo e, perchè non ci siano equivoci, il piccolo serbatoio per lo sperma è lì piazzato proprio sul sacro capo. Prezzo, 300 dollari, autore un artista inglese. Il giornale e vari siti Internet sono stati subissati di proteste contro il blasfemo cappuccio. Stiamo dalla parte dei preservativi, ovviamente. Ma piazzateli al posto giusto, diamine.