Noticine 10 – Capodanno cinese

Allarme. Allarme rosso. Anzi giallo. Rimbalza, anzi rimbomba, su tutti i massimi giornali, la notizia che lascia a bocca aperta: la Cina occupa il sesto posto nella scala mondiale delle potenze industriali. La Cina, cioè sta per tirar giù, dai loro sino a qui altisonanti scranni, quelle due cime del più riuscito capitalismo occidentale che sono Francia e Inghilterra. E, quanto all’Italia, addio, l’inaudito sorpasso è bello che avvenuto. Battuti. I dati sono da brivido (e si capisce bene lo spavento che circola in certi ambienti): rispetto al 2004, la percentuale di crescita del Pil nella Repubblica Popolare cinese ha fatto un balzo tra il 19 e il 20 per cento e niente fa pensare che esso si fermerà. Gli esperti fanno i conti sulle loro stratosferiche colonnine a base di stramiliardi di dollari: e da lì si vede che gli Usa, quanto a Pil, sono a circa 12 mila miliardi e la Cina a circa 2.000. Ma si vede pure che, se il tasso di sviluppo cinese resta quello di oggi, tempo cinque anni e avremo un bel testa a testa cino-americano. Spavento nello spavento, poi: sempre quegli accidenti di dati dicono anche che da un pezzo la Cina non è più “la fabbrica del pianeta” che produce prodotti di bassa qualità a basso costo. Per esempio, l’export cinese di hi-tech già oggi batte quello Usa, 180 miliardi di dollari contro 149. «Un botto che non resterà isolato», scrive non senza palpitazioni il Corriere della Sera.

Capodanno cinese.