In Norvegia su questo sono tutti d’accordo, destra e sinistra: le aziende che producono armi nucleari non hanno “diritto di cittadinanza” e quindi vanno in qualche modo sanzionate. A farne le spese è stata, tra le altre, una società italiana, la potentissima Finmeccanica.
La Finmeccanca risulta avere nel proprio portafoglio di azioni una bella fetta, circa il 25%, di Mbda, una sorta di consorzio in cui figurano anche altri nomi molto illustri del panorama della produzione militare mondiale come Eads e Bae Systems. Mbda sta producendo un missile nucleare aria-terra, l’Asmp-A che dovrà essere consegnato alle forze armate francesi entro il 2008. I norvegesi, per i quali l’etica in economia è un argomento da discutere poco e da praticare tanto (il ministro delle Finanze, la signora Kristin Halvorsen, ha sostenuto, per esempio, che le merci israeliane vanno boicottate, come fa lei, per solidarietà con il popolo palestinese) non appena hanno scoperto la cosa (del resto bastava documentarsi sul website, hanno sostenuto) hanno subito ordinato al loro fondo pensionistico governativo, il Petroleum Fund uno dei più grandi al mondo, di vendere la quota di partecipazione che ammonta a circa 290 milioni di sterline (423 milioni di euro). La cosa singolare è che il niet della ministra Halvorsen è stato possibile non in base a un umore del momento, ma grazie a una legge approvata dal precedente governo di centro-destra, appena mandato a casa dagli elettori.
Il mondo finanziario ha subito penalizzato Finmeccanica che dopo aver riportato nei giorni scorsi un a perdita del 22% recentemente ha perso un ulteriore 0,57%, nonostante l’intervento della Deutsche Bank.
La Norvegia non ha colpito solo Finmeccanica, naturalmente. L’ira del Consiglio etico del Petroleum si è scagliata anche contro Boeing, Noneywell, Northrop Grumman e United Technologies e Safran.
La scelta anti-nucleare è ormai una posizione che in Norvegia si va storicizzando. In quel paese non solo non ci sono armi nucleare ma anche dal punto di vista energetico viene considerata una modalità da bandire. Il partito della signora Halvorsen, i Laburisti di Sinistra, attualmente al governo in una coalizione rosso-verde, nella sua campagna elettorale definì il nucleare come «la maggiore minaccia alla pace nel mondo». Secondo gli analisti internazionali, la Norvegia sembra saldamente avviata nel solco di una politica che si muove tra business e scelte etico-sociale. Un punto, questo, da segnare nell’agenda dei lavori della coalizione di centro-sinistra in Italia.
C’è da notare che la decisione del fondo norvegese è stata presa non già sulla base di informazioni su un coinvolgimento diretto nella produzione dell’arma nucleare da parte di Fin meccanica ma tenendo conto della semplice partecipazione azionaria a Mbda, certamente con una quota di tutto rilievo. Giorgio Beretta, portavoce della Campagna di pressione alle “banche armate” afferma polemicamente: «Allora, qualcuno nel blindatissimo mondo dell’informazione italiana si decide a guardare a cosa fa Finmeccanica o dobbiamo aspettare che siano i norvegesi a dirci cosa succede in Italia?». «Il governo norvegese, che in fatto di scelta anti-nucleare è attentissimo, mentre nel nostro paese nel quale (secondo la legge 185/90, ndr) è vietata la fabbricazione, l’importazione, l’esportazione e il transito di armi biologiche, chimiche e nucleare, nonché la ricerca preordinata alla loro produzione o la cessione della relativa tecnologia tutti fanno finta di non sapere. Segnalo che il divieto si applica anche agli strumenti e alle tecnologie specificatamente progettate per la costruzione delle suddette armi», conclude Beretta.
Mbda è una joint venture tra Bae Systems (37.5%), Eads (37.5%) e Finmeccanica (25%) operativa dal dicembre 2001. In pratica raggruppa la quasi totalità delll’industria missilistica europea e si posizione al secondo posto nel mercato mondiale dopo la statunitense Raytheon. Mbda è il capo commessa del programma missilistico Meteor, che coinvolge 6 paesi. Meteor è un sistema di combattimento aria-aria, operante oltre la portata visuale (Beyond Visual Range, BVR), velocissimo e altamente manovrabile, in grado di operare sia di giorno che di notte, qualunque siano le condizioni atmosferiche e in ambienti in cui vengono impiegati intensamente altri sistemi elettronici di combattimento. I programmi missilistici in produzione sono attualmente circa 32 e altri 23 sono in fase di sviluppo.