Migliaia di firme e di dichiarazioni provenienti dalla Cechia, dalla Grecia, dalla Francia, dal Portogallo, dalla Spagna, dalla Germania, dal Lussemburgo, dal Belgio, dai Paesi Bassi, dalla Turchia, dalla Russia sono state consegnate all’Assemblea. I deputati che vi si recavano non hanno potuto evitare la manifestazione di 250 comunisti davanti all’ingresso del Consiglio d’Europa. I manifestanti sono stati ricevuti dai rappresentanti del PC portoghese, del Partito Comunista di Boemia e Moravia (Repubblica Ceca), di AKEL (Cipro) e del PASOK (partito socialista di Grecia).
Theodoros Pangalos, il rappresentante del PASOK, ha spiegato bene in questa occasione perché nessun socialista può votare una risoluzione simile: “Il Consiglio d’Europa non è un’istituzione scientifica. Non è autorizzata a riscrivere la storia. E’ compito degli storici che devono svolgerlo con la dovuta calma, prendendo in considerazione tutti i fatti. Il Consiglio d’Europa non deve erigersi a tribunale supremo che giudica il mondo (…) Inoltre, l’accanimento con cui il PPE cerca di far passare questa risoluzione non è certo innocente. Il relatore Lindblad subisce le pressioni dei deputati baltici del suo paese. Essi sono noti soprattutto per la loro determinazione a riabilitare i criminali nazisti nel loro paese. Noi non vogliamo vedere i comunisti isolati dal resto dei partiti progressisti così come non vogliamo vedere i neo-nazisti con i partiti democratici. In quanto Greci, abbiamo tutte le ragioni per sostenere i comunisti. Tanto contro i nazisti, come contro la dittatura dei colonnelli (1967-1974), essi sono stati in prima linea nella lotta contro il fascismo e per la libertà. In migliaia hanno sacrificato le loro vite. Conosco solo comunisti che hanno lottato per la libertà del popolo. Non ho conosciuto comunisti che abbiano combattuto contro la libertà del popolo”.
La campagna contro questa caccia alle streghe prosegue. Si tratta di reclamare la soppressione di questa risoluzione e di impedire che venga sottoposta all’approvazione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa.
L’estrema destra certamente non disarmerà. Ha iniziato questa battaglia nel 1996. Allora aveva fatto votare una prima risoluzione sulle “misure per smantellare l’eredità dei vecchi regimi totalitari comunisti”. Ma il risultato del voto di mercoledì dimostra che con una mobilitazione ancora più vasta i nuovi maccartisti subiranno uno scacco. Le ultime settimane hanno dimostrato che in Europa migliaia di sindacalisti, di intellettuali, di artisti e milioni di semplici cittadini non hanno alcuna intenzione di permettere la criminalizzazione del comunismo. Poiché hanno compreso che, con questo pretesto, la destra intende colpire l’insieme del movimento operaio e progressista le cui lotte non vengono più tollerate dai partigiani del capitalismo duro e puro.
Traduzione a cura del
Centro di Cultura e Documentazione Popolare