«Non daremo all’ Italia gli agenti Cia indagati»

Gli Stati Uniti non hanno alcuna intenzione di consegnare all’ Italia i 26 agenti Cia accusati dalla Procura di Milano di aver organizzato ed eseguito, con la complicità dei vertici del Sismi, il rapimento di Abu Omar, l’ imam della moschea di viale Jenner prelevato il 17 febbraio 2003 in una strada nei pressi della moschea e riapparso in carcere al Cairo. Qualora il ministro della giustizia Clemente Mastella dovesse mai trasmettere alle autorità Usa la richiesta di arresto da tempo firmata dai pm Armando Spataro e Ferdinando Pomarici, essa sarebbe carta straccia in America. Anzi, c’ è chi a Washington pensa perfino di mettere sotto inchiesta i magistrati perché rei di aver violato le leggi internazionali che garantiscono l’ immunità ai diplomatici stranieri, status che era riconosciuto in Italia agli agenti coinvolti. Gli Usa sono tradizionalmente restii a dare assistenza giudiziaria ai paesi che la chiedono per procedere contro cittadini americani. Da tempo aleggiava il sospetto che si sarebbero comportati così anche in questo caso che vede coinvolti addirittura degli 007. A rendere concreto questo sospetto, seppure non ancora ufficialmente, è ora John Bellinger, consulente legale del Dipartimento di Stato americano. Dopo aver incontrato alcuni consulenti legali europei, ieri a Bruxelles Bellinger ha escluso categoricamente ogni possibilità: «Non abbiamo ricevuto nessuna richiesta di estradizione dall’ Italia. Se la riceveremo non accetteremo di estradare ufficiali americani». Asciutto il commento della Procura. «Esiste un accordo italo-americano che, evidentemente, dicono che non intendono onorare. Non si tratta di una valutazione giuridica, bensì squisitamente politica», ha detto Pomarici facendo una valutazione identica a quella del commissario Ue alla giustizia Franco Frattini. Bellinger ha criticato come «sbilanciato, inaccurato e non equo» anche il rapporto con il quale il Parlamento europeo ha definito «illegali» le renditions Cia. «Una grave ingerenza e una inaccettabile mancanza di rispetto verso i del lavoro del Parlamento europeo», la risposta di Claudio Fava (Ds), firmatario dello stesso rapporto. Dopo il Wall street Journal, che aveva accusato Spataro di essere in «malafede» definendolo addirittura un «mascalzone», ieri dalle colonne del Washington Post, due esperti legali hanno proposto al Congresso una legge che permetta di incriminare i magistrati europei che perseguono funzionari americani. Secondo David Rivkin e Lee Casey l’ inchiesta italiana viola le il diritto internazionale sull’ immunità diplomatica. In difesa dei magistrati e contro i due esperti legali Usa scende in campo il ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro. A parere dell’ ex collega di Spataro e Pomarici «l’ impudenza americana non ha confini. Gli Usa devono smetterla con quest’ idea di farsi giustizia da soli. Dai nostri alleati ci aspetteremmo spiegazioni e non richieste di incriminazioni».