Non ci resta che ridere, con un po’ di «Whisky»

Attenzione a non lasciarsi sfuggire questo film: Whisky di Juan Pablo Rebella e Pablo Stoll è una commedia uruguayana sofisticata al punto da prendere in giro le economie disastrate e il cinema che ad esse si ispirano, quello argentino, diretto, recitato e prodotto da under trentenni. Qui invece si mettono in scena tre personaggi di mezza età e la crisi economica di lunga durata e la rassegnazione danno vita a un umorismo feroce e imploso, tanto più i protagonisti sono tetri e le speranze di un futuro migliore destinate a precipitare. Il cinema argentino che attraversa un lungo periodo di splendore e il cinema uruguayano che può contare su interessanti risorse, lavorano da tempo insieme, si scambiano attori e produttori e in questa sorta di complicità non mancano le frecciate da una parte all’altra del Rio de la Plata. La Kitchen Film di Emanuela Piovano, regista e produttrice, esordisce felicemente nella distribuzione con questo film.
Non c’è l’atmosfera di solidarietà, di creatività che ha vivificato la crisi argentina: nella fabbrichetta di Whisky, dimenticata dal processo capitalistico, dove si producono tristissimi calzini da vendersi nei magazzini a prezzi stracciati, si respira una torbida atmosfera di fallimento. Il padrone, la capo operaia e le operaie (due) ogni giorno compiono gli stesi gesti, appassiti e spenti come i prodotto che confezionano. Ma, colpo di scena un giorno annuncia il suo arrivo il fratello del padrone anche lui fabbricante di calzini, ma siccome si è trasferito in Brasile, i suoi sono calzini colorati. C’è in questo sarcastico elemento manifatturiero, l’idea implicita dell’arretratezza e una citazione non troppo peregrina al divertente film argentino di Rejtman Los guantes magicos, anch’esso storia di un’imprenditoria strampalata (mai distribuito da noi, chissà perchè). Il padrone chiede un favore alla sua factotum, interpretare la parte della moglie, per non essere da meno del fratello, e lei accetta con la precisione che mette anche nel suo lavoro, donna appassita ma non priva di sentimenti. I tre si troveranno a passare qualche giorno di vacanza in un hotel fuori stagione (altra citazione da La niña santa di Lucrecia Martel?) dove le emozioni cominciano a ribollire sotterraneamente, anche se con cautela e dove l’umorismo si fa sempre più acido, ma i personaggi non diventano mai patetici perché possiedono carattere, anche se sono provati dalla vita. Fenomenali i tre protagonisti Andres Pazos, Mirella Pascual e Jorge Bolani. «Whisky» è la parola da quelle parti si pronuncia di fronte al fotografo per simulare il sorriso, anche quando non c’è niente da ridere, ma intanto il film ha fatto incetta di premi ovunque è stato presentato.