Non cessano i tentativi di mettere fuori legge i comunisti della Repubblica Ceca

L’originale dell’articolo si trova in “Morning Star”, giornale dei comunisti britannici

Traduzione di l’Ernesto online

Il governo della Repubblica Ceca sembra ripetere il suo tentativo di imporre l’interdizione del Partito Comunista di Boemia e Moravia.

Il ministro dell’Interno Radek John del partito di destra “Affari pubblici” ha confermato il 14 febbraio di aver affidato ad una equipe del suo ministero il compito di cominciare a raccogliere i documenti che possano dimostrare che il Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSCM) deve essere messo fuori legge.

John ha dichiarato che la questione dell’interdizione del partito è tornata all’ordine del giorno a causa delle dichiarazioni fatte dai deputati del KSCM Marta Semelova e Miroslav Grebenicek durante il dibattito parlamentare dell’11 febbraio.

Semelova e Grebenicek si sono pronunciati contro un progetto di legge che intende accordare una legittimità alla cosiddetta terza resistenza – la violenta campagna sostenuta dall’Occidente e scatenata dagli estremisti di destra contro il sistema socialista in Cecoslovacchia tra il 1949 e il 1989.

I Cechi hanno sempre definito la resistenza armata all’imperialismo austro-ungarico durante la Prima guerra mondiale come la prima resistenza, e la lotta antinazista condotta dai comunisti durante la Seconda guerra mondiale come la seconda resistenza.

Nel corso del dibattito, Grebenicek ha fatto osservare che il progetto di legge cerca di “glorificare politicamente azioni terroristiche”.

Quando Semelova ha accusato i partigiani del progetto di legge di falsificazione della storia e di legittimazione del terrorismo, i deputati di destra hanno battuto violentemente sui banchi per disturbare il suo discorso.

Il KSCM dispone di 26 deputati alla Camera e amministra 3.252 consigli locali.