No di Olmert al cessate il fuoco

L’appello al cessate il fuoco reciproco lanciato ieri dal premierpalestinese Ismail Haniyeh non ha fermato l’offensiva israeliana ed è stato immediatamente respinto daEhud Olmert. Reparti corazzati hanno lasciato Beit Lahiya, Atatra e BeitHanun – lepopolazioni locali hanno denunciato saccheggi e devastazioni da parte delle truppe entrate in decine di abitazioni – e si sono spostati a sud-est, verso il valico di Karni e Shujaiyeh, spingendosi fino a 500 metri da Gaza city.Non hanno mancato di effettuare raid, ancora una volta con l’appoggio dell’aviazione, in cui sono stati uccisi altri tre palestinesi mentre una quarta persona, feritadue giorni fa, è morta in ospedale. In un altro raid aereo proprio nel quartiere di Shujaiyeh, alcuni missili hanno distrutto una palazzina uccidendo una donna che vi abitava con i suoi due figli, una bambina di sei anni e il fratello maggiore. «Pioggiad’estate» va avanti, senza soste. Sono cadute nel vuoto le parole di Haniyeh che in un comunicato ha avvertito che «per uscire dall’attuale crisi è necessario che tutte le parti tornino alla calma sulla base di una sospensione reciproca di tutte le operazioni militari».Unappello di grande importanza perché fa riferimento non solo all’offensiva israeliana che, ha denunciato il capo del governo palestinese, «sta colpendo deliberatamente bambini, donne e civili palestinesi», ma anche alla necessità che si interrompano i lanci dei razzi contro le vicine città israeliane. Haniyeh, nel comunicato, non ha fatto riferimento al soldato israeliano rapito, Ghilad Shalit,mala posizione del suo governo è nota: solo uno scambio di prigionieri può garantire la sua liberazione. La risposta di Israele è stata negativa. Lo Stato ebraico ha chiesto il rilascio incondizionato delmilitare prigioniero. «Non negoziamo con i terroristi», ha detto uncollaboratore di Olmert. «Chiediamo che prima facciano tornare a casa il soldato sano e salvo e facciano tacere le loro armi». Eppure in Israele qualcuno ha compreso la rilevanza dell’appello del premier palestinese. Il movimento «Pace Adesso» ha chiesto ad Olmert di accogliere senza esitazione la proposta. «Occorre cessare il fuoco prima che sia troppo tardi», ha scritto l’organizzazione pacifista inuncomunicato.Unpaio di giorni fa era statoNoamShalit, padre del soldato rapito, a pronunciarsi a favore di uno scambio di prigionieri tra Israele e i palestinesi. Ilproseguimento dell’offensiva e il ridispiegamento dei reparti corazzati israeliani verso Karni e Gazacitynonlascia aimilitanti palestinesi altra possibilità se non quella di combattere e di difendere anche a costo della morte città e villaggi di Gaza. Il rischio di ulteriori escalation è alto.Unportavoce deiComitati di resistenza popolare, ieri ha avvertito che la sua organizzazione lancerà azioni «più vaste di quella nella quale è stato preso Ghilad Shalit».Adaggravare il clima è anche la rioccupazione dell’area di Karni. L’ennesimo blocco dell’unico valico commerciale tra Gaza e Israele, compromette ultiormente i rifornimenti di generi di prima necessità alla popolazione della Striscia già molto provata e conferma l’importanza dell’appello lanciato due giorni fa dal Programma alimentare mondiale dell’Onu per l’apertura di un «corridoio umanitario» di fronte al rischio fame per decine di migliaia di palestinesi che non hanno alcuna possibilità di sopravvivere senza aiuti provenienti dall’esterno. Un«corridoio» invece si è aperto per decine di cittadini statunitensi di origine palestinese che ieri mattina hanno lasciato Gaza per raggiungere Israele. Tre autobus delle Nazioni Unite li hanno portati al valico di Erez, con la scorta della guardia del presidente Abu Mazen (ieri ha lasciato Gaza e si è recato a Ramallah. Nessuna possibilità invece per gli 8mila palestinesi che da giorni attendono la riapertura della frontiera di Rafah per recarsi, inmolti casi permotivi di salute, in Egitto. Il direttore palestinese del valico, Abu Safiya, ha accusato Israele di impedire ai supervisori europei di raggiungere il terminal. Gli osservatori dell’Ueper recarsi a Rafah devono passareper la località israeliana di Kerem Shalom ma non hanno potuto farlo dall’inizio della crisi, circa due settimane fa.