Liberi dopo 98 giorni. Nella nottata tra mercoledì e giovedì, i due tecnici dell’Agip-Eni sequestrati il 7 dicembre scorso nel Delta del Niger sono stati infine rilasciati. I rapitori del Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend) li hanno consegnati nelle mani dell’inviato del Corriere della sera Massimo Alberizzi, che li ha poi portati a Port Harcourt alla sede della Saipem, la consociata dell’Agip che si occupa della costruzione di infrastrutture petrolifere. Visibilmente contenti, Cosma Russo e Francesco Arena hanno detto di essere stati trattati bene e ribadito di non aver sofferto malattie né privazioni – «compatibilmente con il vivere in mezzo alla giungla», ha aggiunto Arena. I due sono poi giunti in serata all’aeroporto di Ciampino.
Con il loro rilascio, si chiude definitivamente il rapimento più lungo della storia del Delta del Niger. Inizialmente, le persone catturate dai ribelli al terminale dell’Agip-Eni di Brass erano quattro: oltre a Russo e Arena, erano stati presi Roberto Dieghi, un altro tecnico italiano, e il cuoco libanese Imad Saliba. Il 18 gennaio, dopo cinque settimane di prigionia, era stato liberato Dieghi. Il 21 febbraio, Saliba aveva a sua volta ritrovato la libertà, in seguito a una fuga orchestrata dall’Agip, secondo le accuse del Mend.
Già da alcuni giorni alcuni segnali facevano sperare nell’imminente liberazione dei tecnici, il cui sequestro rappresenta un record di durata per i canoni del Delta del Niger, dove normalmente gli «espatriati» che lavorano nella compagnie petrolifere sono rilasciati dopo alcuni giorni. Con un’e-mail agli organi di stampa, il portavoce del Mend Jomo Gbomo ha detto di averli liberati «in seguito alle pressioni di varie persone che sono state vicine alla nostra causa per diversi anni». «Non abbiamo avuto alcun negoziato con il governo nigeriano e nessuna delle nostre richieste è stata accolta», ha voluto sottolineare Gbomo.
Richieste che i militanti del Mend hanno sempre avanzato in modo chiaro, evidenziando come non fossero a caccia di riscatti in denaro, ma avessero finalità di carattere politico. Fin dall’inizio del sequestro, i ribelli hanno domandato il rilascio di due persone originarie del Delta: l’ex governatore dello stato di Bayelsa Diepreye Alamieyeseigha (in carcere con l’accusa di corruzione) e del leader guerrigliero Alhaji Dokubo-Asari (in prigione dal settembre 2005 con l’accusa di alto tradimento). Ma le richieste – ribadite a più riprese – sono state rispedite al mittente, complice anche il periodo pre-elettorale: tra il 14 e il 21 aprile, in Nigeria si vota per la presidenza della repubblica, per i governatori dei 36 stati che compongono la federazione, oltre che per i parlamentari locali e federali.
La scadenza elettorale, e il clima di instabilità politica che la circonda, avevano inizialmente fatto temere che la vicenda si protraesse ancora a lungo, tanto più che Gbomo aveva a più riprese detto che i due ostaggi non sarebbero stati liberati prima dell’entrata in carica di un nuovo governo, cioè prima della fine di maggio.
Il Mend ha comunque annunciato che gli ostaggi liberati saranno sostituiti con altri, «che saranno catturati in installazioni ritenute sicure». Gbomo ha poi lanciato nuove minacce alle compagnie: «Faremo nuovi attacchi contro gli impianti nel Delta. Useremo liberamente autobomba sia all’interno che all’esterno del Delta», ha avvertito il portavoce dei ribelli.
Difficile capire in quali circostanze sia maturata la decisione di porre fine al sequestro. Nel suo comunicato, Gbomo dice che «gli italiani erano stati catturati per portare l’attenzione del popolo italiano sui crimini commessi dall’Agip nel Delta del Niger. L’obiettivo è stato raggiunto». Una fonte vicina al governo di Bayelsa – lo stato del Delta dove i tecnici sono stati rapiti il 7 dicembre – sostiene invece che «i ribelli si sentivano accerchiati e temevano un intervento militare da parte dell’esercito federale». Solo una settimana fa, tre espatriati – due croati e un montenegrino – tenuti da un altro gruppo della regione sono stati liberati con un blitz di questo tipo.