Fausto Bertinotti torna al centro della vita di Rifondazione comunista e benedice l’ addio di Franco Giordano, Nichi Vendola e della loro componente. Ieri l’ ex presidente della Camera ha visto tutto il gruppo dirigente, prima Giordano, poi Gennaro Migliore e in serata il segretario di Prc Paolo Ferrero. A lui ha detto con franchezza che con la cacciata di Piero Sansonetti, direttore di Liberazione in procinto di essere licenziato già lunedì, «Rifondazione Comunista come l’ abbiamo costruita assieme in questi anni diventa irriconoscibile». è l’ annuncio della uscita dell’ uomo simbolo di Prc, della scissione. è quasi naturale dunque la scelta di Bertinotti di non rinnovare la tessera del partito, notizia che l’ interessato non conferma e non smentisce. A Giordano l’ ex leader ha detto chiaro e tondo che si riconosce nella sua intervista a Repubblica, che la strada appare segnata ed è una strada che diverge da quella di Ferrero e della maggioranza vittoriosa al congresso di Chianciano. I vendoliani e i bertinottiani si vedranno il 24 gennaio di nuovo nella cittadina termale della Toscana per sancire lo strappo. Bertinotti probabilmente non ci sarà perché il suo obiettivo è cercare di riunire tutta l’ area e mantenere perciò un collegamento con i vendoliani (e non sono pochi) che hanno scelto di fare la loro battaglia dentro Prc. Ma la sfida rimane, non è escluso che Giordano e gli altri abbiano bisogno di un sostegno anche fisico dell’ ex presidente della Camera. Bertinotti fa sapere che non si iscriverà nemmeno alla nuova forza che nasce dalla scissione, che il suo punto di riferimento è la rivista “Alternative per il socialismo”, e che presto nascerà una fondazione legata al suo nome. Gli scissionisti devono darsi tempi lunghi, procedere con cautela verso un partito unico della Sinistra. Ma il dado è tratto. (g.d.m.)