Theodore Jones, giudice della Corte di New York minaccia: c’è la «chiara possibilità» di arresto dei leader del sindacato dei lavoratori dei trasporti, ieri al loro secondo giorno di sciopero. Questa mattina il leader sindacale Roger Toussaint e i vertici delle organizzazioni dei lavoratori dei trasporti compariranno davanti a Jones, perché rispondano del reato di aver disobbedito al suo ordine di far cessare lo sciopero. «Irresponsabili ed egoisti», così il sindaco della città ha definito i 33.700 lavoratori dei trasporti al secondo giorno dello sciopero che sta cortocircuitando il maggior sistema di trasporti pubblici d’America. «Hanno infranto la legge» è l’opinione del giudice della corte suprema di Brooklyn che l’altro ieri ha multato il sindacato per un milione di dollari al giorno. «Sorci», ha preferito chiamarli il New York post sulla sua prima pagina.
Tra i giornali della città, il quotidiano di Murdoch è quello che attacca con maggior ferocia la «Transport workers union» che martedì poco prima dell’alba ha abbandonato il tavolo delle trattative e indetto uno sciopero a oltranza dei suoi membri. Ma anche gli editoriali di Daily news e New York times, appoggiando la posizione del sindaco Michael Bloomberg e del governatore George Pataki, condannano la Twu newyorkese per non aver continuato a trattare. Nella loro disapprovazione, Pataki e Bloomberg si fanno forti del fatto che anche la leadership nazionale del sindacato ha preso le distanze dallo sciopero del suo distaccamento locale. Il punto su cui i negoziati sono crollati è quello delle pensioni: dopo aver ottenuto aumenti scaglionati per i prossimi tre anni pari al 10% circa, ma soprattutto che restasse immutata l’età prevista per il pensionamento (dai 55 anni la Mta voleva passare a 62) i rappresentanti della Twu si sono visti apparire davanti una clausola dell’ultimo momento, in base alla quale i nuovi assunti si sarebbero visti sottrarre da ogni busta paga, a favore della pensione, il 6 % (invece dell’attuale 2% ). Lo scarto di percentuale frutterebbe alla «Metropolitan transportation» non più di 20 milioni di dollari in tre anni. Ma quello di ridurre il pacchetto pensioni dei lavoratori potrebbe voler diventare un modello per tutto il settore pubblico della città. Di qui la linea dura di entrambe le parti.
Mentre la Mta continua a cercare di far crescere in tribunale l’onere economico dello sciopero per la Twu (si parlava di multe individuali per I lavoratori fino a 25.000 dollari), il capo del sindacato, Roger Toussaint, ha accettato d’incontrarsi con un mediatore. È il primo «passo avanti» che si fa da martedì. Ma Toussaint ha già annunciato che, qualora la mediazione dovesse fallire, si rifiuterà di prendere in considerazione il passo successivo e cioè sottoporre la questione a una commissione di tre liberi arbitri, uno nominato dalla Twu, uno dalla Mta e uno indipendente.
Le strade e i giornali sono pieni di racconti di persone che si ingegnano per poter «funzionare» in quest’assetto delle cose. In genere si calcolano due o tre ore in più del solito per raggiungere il posto di lavoro. Per ora la popolazione non sembra troppo incattivita, nonostante il Natale alle porte. Certo, la situazione è molto più rosea per chi abita a Manhattan, e che si trova a dover coprire a piedi distanze molto più brevi dei quindici chilometri e più che i lavoratori di Brooklyn, Queens o del Bronx spesso devono affrontare per arrivare nella City.
Non a caso, sono state letteralmente prese d’assalto le stazioni periferiche dei treni – quella di Jamaica/Queens, dove ci sono code di anche tre ore per arrivare ai binari, o di Harlem. Non facendo capo alla Mta le stazioni ferroviarie sono infatti gli unici mezzi pubblici che vanno e vengono dal cuore della città. Ristoranti, teatri e negozi – altrimenti affollatissimi in questo perio – sono visibilmente molto più vuoti del solito. In alcuni casi addirittura chiusi. Dietro al bancone delle botteghe del quartiere appaiono face nuove – i commessi abituali non sono risciti a superare ponti o tunnel. Persino il take-out cinese ha fattorini tutti diversi dal solito, visibilmente «scritturati» sul posto. Se le banche d’investimento di Wall Street e alcune grosse compagnie, in previsione dello sciopero, hanno infatti organizzato servizi di pullman privati per i propri dipendenti, la maggiornaza dei cittadini deve affidarsi, oltre alle proprie gambe o a una bici, ai taxi (tariffa fissa per salire 10 dollari, e dividi la corsa con chi capita) e a servizi di limousine, di furgoncini e ad abusivi vari che naturalmente hanno già alzato alle stelle le tariffe.