New York a piedi. Primo sciopero di bus

«I signori passeggeri sono invitati a raggiungere le uscite. Il servizio è sospeso». Sono le quattro del mattino quando gli altoparlanti scandiscono perentori l’annuncio in contemporanea dagli altoparlanti delle 468 stazioni della metropolitana di New York. Nel-
lo stesso momento sui display luminosi degli ultimi autobus che passano nel gelo delle strade prima dell’alba compare inesorabile la scritta: «fuori servizio». L’inferno dei trasporti in città è cominciato così, quando mancano cinque giorni a Natale, lasciando a piedi 7,7 milioni di persone. Naufragate le trattative per il rinnovo del contratto, 33.700 dei 37mila dipendenti della Mta, la società di trasporto pubblico a New York, da martedì sono in sciopero a oltranza. Un black out dei trasporti pubblici non si verificava dal 1980, quando la città dovette affrontare i disagi di uno sciopero durato 11 giorni.
«Non ci lasceremo intimidire», ha dichiarato il sindaco Michael Bloomberg, attraversando alle sei del mattino il ponte di Brooklyn per recarsi in ufficio alla City Hall. Ha passato la notte al Centro per il coordinamento emergenze e cammina di buon passo con un codazzo di funzionari e poliziotti al seguito. Al posto del solito gessato indossa un paio di jeans e un giubbotto di cuoio. Ha l’aria da padrone delle ferriere deciso a usare il pugno di ferro con i sindacati. Dopo essersi sempre rifiutato di aprire un tavolo di mediazione per facilitare un accordo tra le parti, ha annunciato che la sua amministrazione «intraprenderà tutte le azioni legali per punire questo sciopero illegale e moralmente ripugnante». I sindacati si sono trovati di fronte a una scelta particolarmente difficile. Una legge nello Stato di New York, dopo la paralisi del 1980, vieta lo sciopero generale nel settore dei trasporti pubblici. Le sanzioni per i trasgressori sono pesanti. Ai dipendenti, oltre al normale salario, viene trattenuta in busta paga una cifra doppia a titolo di multa. La Transport Workers Union of America, il sindacato di categoria, è già stata condannata da un tribunale federale a una multa di un milione di dollari. «Siamo stati trascinati per i capelli a questa decisione -ha dichiarato il leader sindacale Roger Toussaint- La gente deve sapere che questa è una battaglia per difendere il diritto a una pensione decente per chi fa un lavoro duro e logorante». Neppure il governatore George Pataki ha mosso un dito per evitare il fallimento dei negoziati. «Abbiamo fiducia nei manager della società», ha fatto sapere un da Albany un portavoce.
Fiducia malriposta: la città è piombata nel caos. Nonostante il comune lavorasse da una settimana a un piano d’emergenza. Permessi e giorni di riposo sono stati cancellati per tutto il personale delle forze di polizia, dei vigili del fuoco e altri servizi di emergenza. Le scuole hanno ritardato di due ore l’orario di inzio delle lezioni, ma l’affluenza nelle classi è stata inferiore al 50 percento. Nessun veicolo con a bordo meno di quattro passeggeri è autorizzato a scendere al dis sotto della 96ma strada di Manhattan. Gli automobilisti -per non essere rispediti indietro dopo ore di coda già passate nel traffico- si scoprono improvvisamente altruisti e dal finestrino cercano qualcuno che abbia bisogno di un passaggio nella stessa direzione. I taxisti sono autorizzati a caricare più passeggeri sullo stesso percorso e le tariffe non sono più a tassametro: ma un salato balzello di cinque dollari a isolato. «Prendere o lasciare», taglia corte un autista al primo cenno di protesta.
Molte grandi società, come le banche d’investimento a Wall Street, hanno noleggiato autobus e minibus per prelevare a domicilio i dipendenti e riportarli a casa dopo il lavoro. Altre hanno consentito ai dipendenti di lavorare dai computer di casa. I meno fortunati si sono rassegnati a muoversi a piedi o in bicicletta. Il costo giornaliero dello sciopero per le casse della città è stimato in 420 milioni di dollari, tra mancate entrate fiscali e costo delle ore di straordinario del personale di polizia, obbligato a turni di dodici ore. Lo sciopero generale è l’ultimo atto di un progressivo deterioramento nelle relazioni tra azienda e sindacati, coinciso con l’inizio dell’amministrazione Bloomberg. La società aveva inizialmente proposto di elevare l’età pensionabili da 55 a 62 anni. Un limite ritenuto inaccettabile per un lavoro logorante come quello di chi guida un treno sottoterra per otto ore di fila, di giorno o di notte. La società ha quindi proposto per il nuovo contratto un aumento annuo del 3%, contro la richiesta dell’8% avanzata dai sindacati. Gli insegnanti hanno firmato il mese scorso il nuovo contratto con un aumento del 12 percento. Mta ha chiuso l’ultimo bilancio con una plusvalenza di circa un miliardo di dollari.