Nepal: aiuti di Bush contro i maoisti

Pesanti perdite su entrambi i fronti nei combattimenti in corso da giorni tra le forze di sicurezza e i ribelli maoisti nella regione di Rolpa, la roccaforte degli insorti, in una zona remota del Nepal occidentale. Decine di soldati e poliziotti nepalesi uccisi. Lo ha riferito un portavoce del ministero della difesa. Almeno 140 i morti tra le forze di sicurezza, secondo fonti della polizia locale. Si tratta degli scontri più pesanti mai verificatisi da quando il Partito comunista nepalese (maoista), sei anni fa, ha lanciato la «guerra di popolo» per abbattere la monarchia di re Gyanendra, che ha già provocato circa 4.000 vittime. Centinaia solo negli ultimi giorni. Le vittime ammesse dall’esercito probabilmente in questo momento sono funzionali all’ottenimento degli aiuti militari promessi dal presidente americano George W. Bush al primo ministro Sher Bahadur Deuba, che si trova in visita in queste ore a Washington. Dopo l’incontro avuto ieri con il presidente americano, il premier nepalese ha detto che gli Stati uniti aiuteranno il Nepal a combattere i ribelli. Da nessuna parte sono peròvenute precisazioni sulla consistenza e la forma degli aiuti, ma Deuba – che ha chiesto: fucili, munizioni, soldi, mezzi da trasporto, elicotteri da combattimento – si è dichiarato «molto soddisfatto». Bush chiede al Congresso 20 milioni di dollari per aiutare Kathmandu a combattere la guerriglia. Il mese scorso quindici esperti militari americani avevano visitato il Nepal per valutare il tipo di aiuto da fornire a quello che è uno dei paesi più poveri al mondo con un reddito medio annuo pro capite di circa 200 dollari. Il conflitto in corso ha anche distrutto una fonte di entrate importante quale era il turismo, vista la bellezza del paese che ospita anche del monte Everest.

L’ultima offensiva dei maoisti era iniziata, quindici giorni fa, proprio alla vigilia della partenza del premier per gli Stati uniti con la proclamazione di uno sciopero generale di cinque giorni che aveva paralizzato il paese. L’esercito aveva risposto lo scorso fine settimanacon un pesantissimo attacco contro le zone dove si trovano i campi di addestramento della guerriglia, grazie agli aiuti già garantiti al Nepal da Stati uniti e Gran bretagna, provocando la morte di circa 500 persone.

E’ comunque difficile verificare le notizie siccome la zona degli scontri è chiusa ai giornalisti sia nepalesi che stranieri. Reporter del Kathmandu post che si trovano in una zona vicina a quella dei combattenti hanno riferito di aver visto «un gran numero di elicotteri» dirigersi verso la zona dei combattimenti.

La ribellione maoista, che già controlla un quarto del paese dell’Himalaya, ha preso vigore dal giugno dell’anno scorso, quando la famiglia reale è stata sterminata da un principe che ha così determinato l’ascesa al trono di Gyanendra, fratello del vecchio re Birendra. Contrariamente al defunto re, il successore punta su una soluzione militare del conflitto, ha imposto lo stato di emergenza e ha dato ampi poteri all’esercito.