Nel freddo e piovoso gennaio del 1921, mentre l’Italia veniva scossa dalle prime barbare violenze fasciste, una città senz’altro resisteva; una città orgogliosa, una città di fatica e di mare, di lavoro e di passioni: Livorno ospitava il diciassettesimo congresso del PSI.
21 gennaio, un giorno che è rimasto nella storia nazionale, il giorno in cui degli uomini e delle donne decisero di volare più in alto, decisero che questo paese aveva bisogno di organizzare le forze del cambiamento, decisero che non si poteva più aspettare.
Così 85 anni fa, al teatro San Marco nacque il Partito Comunista Sezione d’Italia, figlio della Rivoluzione di Ottobre e motore di ogni progresso sociale di questo paese.
21 gennaio 2006.
I comunisti tornano a Livorno per ricordare quel giorno, quegli uomini e quelle donne, a rinnovare il loro giuramento verso gli oppressi, tornano a sventolare le rosse bandiere tutti insieme in quell’aria salmastra che profuma di impegno e di volontà.
I compagni e le compagne della città hanno fatto un gran lavoro, la partecipazione è davvero ampia. Già raggiungendo il luogo dell’iniziativa si vedono bandiere qua e là, si ritrovano compagni che non si vedono da tempo, l’aria è fredda ma ci si sente subito a casa.
Gli interventi sono interessanti, carichi di passione, la sala è gremita, tanta gente in piedi, comunisti giovani e comunisti attempati, lì l’età non conta niente.. i giovani guardano i vecchi con grande rispetto ed i vecchi guardano i tanti giovani con benevolenza, tanti sorrisi corrono di bocca in bocca.
I relatori sono tutti un po’ emozionati.
Alice che ha circa vent’anni e l’onore di coordinare il dibattito è serena e sorride, gli interventi si alternano, Mauro poi Alessandro, poi un compagno legge tre belle poesie.
Ore 18:00
Le bandiere iniziano a sventolare, i ragazzi del Gozzilla, i compagni di Genova, il centro politico 1921, tutti in corteo per le strade della città.
Una banda ci accompagna, un furgone ci precede, il corteo è ampio, allegro.
Alcuni giovani si uniscono al corteo, altri semplicemente partecipano ai cori battendo le mani, cantando o saltando dai marciapiedi, distratti dal giretto in centro serale.
Il corteo è finito con la deposizione di una corona di alloro sulla lapide che ricorda lo storico evento, ma sia ben chiaro: non possiamo chiamare passato ciò che ancora deve venire…