Persa almeno per quest’anno l’appendice Docet, trasferitasi a Roma dove si è tenuta dal 30 marzo al Primo aprile, si riaprono oggi i battenti del Bologna Children’s Bookfair, ovvero la Fiera del libro per ragazzi annuale appuntamento bolognese con la produzione editoriale rivolta a questa fascia di lettori giunta alla sua 44esima edizione, che resterà attivo fino al venerdì 27 con orario continuato (9-18.30) presso il Quartiere fieristico e ingresso da piazza Costituzione.
E come ogni anno anche questa volta, immancabile, ricompare la perplessità di un evento unico nel suo genere per la sua stessa natura e per le opportunità che offre a tutti coloro che si interessano di narrativa rivolta a bambini e adolescenti – rigorosamente riservato agli operatori del settore. Unica possibilità concessa per aggirare questo diktat è quella di munirsi di regolare biglietto giornaliero al “modico” prezzo di 23 euro, glissando sulla propria professione. Possibilità che però non vale per i diretti interessati a questo settore della narrativa, cioè i bambini e i ragazzi, loro sì totalmente esclusi dai giochi. Ed è strano che in una Fiera del libro in cui si parla con passione ed estrema cognizione di causa di letteratura indirizzata esclusivamente all’infanzia, alla prima adolescenza e al mondo dei cosiddetti “giovani adulti”, siano proprio le loro voci a essere cancellate preventivamente, come fossero un elemento perturbante, di disturbo, che finisce per incrinare l’intensità e la qualità dei dibattiti messi a corollario del continuo vai e vieni di operatori del settore fra i sette stand espositivi e lungo i 20.000 metri quadri che li compongono, quasi tutti occupati in massima parte da case editrici straniere o da agenzie letterarie. Una Fiera che, quindi, bada com’è logico, ma non come sarebbe auspicabile, a dare di sé soprattutto l’immagine di una «occasione unica di business a livello globale», dove si può cogliere il nuovo in campo editoriale per quanto riguarda un settore specifico, “a 360 gradi” come si legge in uno dei comunicati stampa.
Di fatto, girare per i padiglioni diventa nell’arco della giornata l’avventura meno interessante, anche perché le nuove tendenze della narrativa per ragazzi sembrano oramai essersi cristallizzati sul filone del fantasy, anche se quasi mai in versione totalmente classica con spade, draghi e stregoni in primo piano. Genere, quello del fantasy, in cui l’editoria italiana si sta muovendo molto, alla ricerca di autori che ne permettano il perdurare negli scaffali delle librerie come in quelli di casa. Progetto che la casa editrice Salani porta avanti già da qualche anno grazie soprattutto al successo di Silvana De Mari ( L’ultimo elfo e L’ultimo orco ), presente in Fiera mercoledì 25 alle ore 15 insieme a Philip Pullman, l’autore della trilogia Queste Oscure Materie , e a William Grandi in un incontro su “Significati storici e metaforici della letteratura fantastica”. L’incontro prende il nome dal sottotitolo de Il drago come realtà , saggio in uscita sempre da Salani e a firma della stessa De Mari che cerca di analizzare attraverso discipline apparentemente lontane dalla narrativa come possono essere la psicologia e l’antropologia l’impatto sempre maggiore che la narrativa fantastica sta avendo sulla nostra società.
A fare da apripista per questo incontro-presentazione oggi, alle 15, presso il Translators centre della Fiera Maria Bastanzetti, Elena di Carlo e Francesco Vairano, parleranno di Arthur e il popolo dei Minimei di Besson, mettendo in parallelo il romanzo con il film che ne è stato tratto così da proporre una visione tridimensionale di questo progetto a cavallo fra visualità, immaginazione allo stato puro e forte ammiccamento al merchandising. Ma oltre il fantasy si stagliano le figure granitiche di Bruno Munari e della svedese Astrid Lindgren. La mostra “Ingannare il tempo. Bruno Munari archeologo”, dedicata a Munari in occasione del centenario della nascita, inaugurata oggi terrà aperti i battenti fino al 20 maggio presso il Museo archeologico del capoluogo felsineo grazie alla volontà del Bookfair, del comune di Bologna e delle edizioni Corraini. Una mostra non tematica ma strettamente legata al tema dato che vedrà l’esposizione di circa quaranta opere dell’artista in cui risulta evidente come Munari giocasse con i metodi di ricostruzione e di osservazione utilizzati in archeologia.
Interessante e variegato l’omaggio per il centenario della nascita di Lindgren, mamma dell’indomita Pippi Calzelunghe. All’interno del progetto internazionale “La bussola segna il nord”, ideato dal Premio Pippi – Premio biennale scrittrici per ragazzi, promosso dal Comune di Casalecchio di Reno in collaborazione con la Cooperativa culturale Giannino Stoppani e curato da Grazia Gotti e Silvana Sola. In onore di questa scrittrice cui è dedicato il premio Nobel della letteratura per ragazzi, questa sera alle 19 in Palazzo d’Accursio si inaugurerà la mostra “Pippi nelle figure”, aperta al pubblico dal 25 aprile al 13 maggio. La mostra propone la reintepretazione del personaggio-icona inventato dalla Lindgren – paladina dei diritti dei bambini e del rispetto a loro dovuto – attraverso i pennelli di una quarantina di illustratrici italiane compresa Grazia Nidasio. In parallelo presso i locali della Fiera si terrà il convegno internazionale “I cento anni di Astrid Lindgren” al cui centro si insediano da vere protagoniste le donne scrittrici arrivate in Italia attraverso libri che in modo assolutamente originale hanno delineato percorsi, tracciato profili di personaggi capaci di sopravvivere al tempo, di offrire segnali di modernità, di indicare modi di vivere, di suggerire valori da perseguire. Tutti eventi fortunatamente anche esterni al Bookfair, fruibili integralmente anche da chi non è un operatore del settore. Per loro altri incontri e iniziative nel chiuso della Fiera, come l’annuale “Mostra degli illustratori” con artisti provenienti da oltre 60 paesi e ricchissima di suggestioni, o il grande spazio dato al Belgio come paese ospite di questa edizione. Una questione che sarebbe da risolvere quanto prima, per la felicità di molti.