NAPOLI — Una «città agonizzante opprime il cuore della Chiesa di Napoli». Per questo il cardinale Crescenzio Sepe, celebrando in Duomo una veglia speciale di preghiera per la metropoli devastata dalla crisi rifiuti, richiama duramente alle sue responsabilità una «politica tramortita e senza etica, resa sterile dai suoi stessi vizi» ,denuncia il «fallimento dell’intera filiera nazionale e locale», ma indica con lucidità anche «le mancanze e l’indifferenza di tutti noi, dei cittadini che si indignano, ma hanno contribuito conlaloro condotta a questo scempio». Il pastore cresciuto all’ombra di Wojtyla e che a ottobre aveva gioiosamente organizzato la visita di Papa Ratzinger in città, lancia ora il suo grido: «Napoli rialzati!». E affida la volontà del cambiamento anche all’intercessione del patrono San Gennaro, di cui il cardinale decide ieri di esporre, «eccezionalmente», le ampolle con il suo sangue. È una scelta meditata e grave: lo stesso cardinale Sepe ricorda che tale offerta delle reliquie (al di fuori delle tre celebrazioni in onore del Santo, a maggio, settembre e dicembre) è sempre avvenuta in circostanze drammatiche come appunto «eventi catastrofici, guerre, pestilenze, carestie e terremoti».
Una giornata che, forse, segnerà un punto di svolta nella fase più drammatica dell’emergenza campana. In Duomo la gente applaude, medita, piange. Oltre un migliaio di persone nelle navate, tra le offerte i giovani portano «il pane, i fiori, l’acqua», simboli di «un creato minacciato» dall’immondizia. «Chiunque ha provocato questo scempio ha commesso peccato grave», tuona il cardinale. Proprio nelle stesse ore, nel raggio di qualche centinaio di chilometri dalla cattedrale, si acutizzano le tensioni nei comuni di Montesarchio e di Ariano Irpino contro la decisione del super commissario De Gennaro di riaprire le discariche. Blocchi stradali a ripetizione si registrano fino a sera sulla
statale Appia, oppure a Pozzuoli, a San Giorgio a Cremano, a Torre Annunziata. È il solito intreccio. Si mescola la rabbia di chi non vuole più la discarica vicino casa con l’angoscia di intere comunità costrette a vivere tra i miasmi. Oggi De Gennaro sarà a Benevento per incontrare le istituzioni locali sulla riapertura del sito Tre Ponti a Montesarchio, già sequestrato dalla magistratura e in queste ore requisito dal supercommissario. «Dialogo con tutti, ma il Piano non si cambia di una virgola», ribadisce De Gennaro.
È il rischio anarchia che lo stesso arcivescovo non trascura di condannare. Sepe incoraggia l’azione del prefetto De Gennaro, invoca con fermezza: «Bisogna fare presto. Non c’è più un minuto da perdere. Eppure di fronte all’ennesimo Piano, lo scetticismo non è certo scomparso. Ma io vi imploro, cittadini e fratelli di Napoli e della Campania, a rendere possibile l’impossibile di queste settimane tragiche e amare». Basta dire no, è l’invocazione della Chiesa. Intanto la crisi rifiuti tiene banco anche in Regione e a Palazzo di giustizia. In mattinata, in consiglio regionale, viene respinta la mozione di sfiducia avanzata dal centrodestra contro il governatore Antonio Bassolino. Poco dopo, nell’aula bunker di Poggio-Reale dove si celebra il processo alla politica delle inefficienze (27 indagati, tra cui i vertici del gruppo Impregilo e lo stesso presidente della giunta regionale), affiora un’altra ipotesi di reato a carico dello stesso Bassolino: concorso in falso.