Napoli, apprendista muratore di 16 anni muore in un cantiere

A morire nei cantieri sono i più deboli. Immigrati, giovani e giovanissimi. Giovanni Ponticelli aveva appena 16 anni, era stato assunto solo da quattro giorni, era un apprendista muratore. Dopo Ivan Stojocovitc (19 anni), Lucian Bogda (16), Giuseppe Capalbo (19), Bogdan Mihalcea (24), Giovanni Falbo (20) e Giovanna Curcio di appena 15 anni, Giovanni è l’ultima vittima della guerra sul lavoro. La settima giovane vittima in appena un mese nelle 129 mila piccole imprese immobiliari, che tengono un vita il gioco di scatole cinesi fatto di appalti e subappalti. Un gioco dove ai ricchi profitti si somma l’uso di lavoratori in nero, la mancanza di norme di sicurezza, la prassi di cercare il risparmio sempre e solo dal costo del lavoro e della sicurezza.
La vita di Giovanni si è spezzata ieri all’ospedale La Schiana di Pozzuoli dove era stato ricoverato dopo l’infortunio avvenuto lo scorso 2 agosto in un cantiere di Frattamaggiore, a nord del capoluogo campano. Mentre stava spingendo una carriola Giovanni è scivoltato, cadendo da un’altezza di oltre cinque metri e ha battuto la testa al suolo. Le sue condizioni erano apparse subito gravissime: grave frattura al cranio ed emorragia celebrale.

Sull’incidente continuano ad indagare gli agenti del commissariato di Frattamaggiore, diretti dal vice questore Pietropaolo Auriemma, che hanno mandato un’avviso di garanzia al direttore dei lavori e al titolare dell’azienda edile. L’ipotesi di reato, dopo la morte del giovane, si trasformerà automaticamente da lesioni aggravate a omicidio colposo, causato dal mancato rispetto delle norme di sicurezza.

Per Giovanni Sannino, segretario della Fillea Cgil di Napoli «la dinamica dell’incidente conferma l’assenza totale di elementari misure di sicurezza. Una caratteristica tipica nei cantieri delle ristrutturazioni, dove manca la formazione e la prevenzione dei rischi legati alla mansione da svolgere. I lavoratori vengono subito catapultati nei cantieri, perché le imprese non vogliono perdere tempo e soldi». Per il sindacalista campano «bisogna rendere i piani per la sicurezza più aderenti alla realtà del cantiere» un compito, però, che «la legge affida ai coordinatori alla sicurezza, nominati dagli enti appaltanti».

«Di fronte agli incidenti di queste settimane che hanno visto cadere sul lavoro giovani vittime come Giovanni siamo sempre più convinti dell’urgenza di aumentare il numero degli ispettori e di portare l’obbligo scolastico a 18 anni», aggiunge Corrado Gabriele, assessore regionale al lavoro della Campania. Un’ipotesi che nel mese scorso aveva trovato d’accordo anche il ministro dell’Istruzione Fioroni, favorevole a modifiche della legislazione sul lavoro minorile, che oggi permette l’impiego di bambini a partire dai 14 anni.

Un altro grave incidente è accaduto ieri alla Eskigel di Terni, dove diciannove operai intossicati sono stati portati d’urgenza in ospedale. Sono tutti fuori pericolo, ma il bilancio dell’incidente agli impanti di raffreddamento della grande azienda di surgelati sarebbe potuto essere più grave. Intorno alle sette di ieri mattina, per fortuna dopo il cambio turno dei lavoratori, una delle condutture di ammoniaca impiegate per la refrigerazione nella catena produttiva, è esplosa provocando la fuoriuscita del gas, tossico e irritante, che ha investito i quindici operai in quel momento presenti nella sala di produzione. Solo per sei di loro si prospetta il ricovero. Tutti gli altri sono stati dimessi.