Com’è morto Mohamed Aloui? A dirlo sarà l’autopsia che verrà eseguita oggi sul corpo del tunisino deceduto domenica nel cpt di Bologna. Con l’autopsia ci sarà anche un esame tossicologico perché accanto al suo corpo è stato trovato un involucro di polvere bianca. Gli inquirenti l’hanno detto solo ieri e il fatto suggerirebbe la pista della morte legata alla droga per l’uomo, ex tossicodipendente. Nel pomeriggio di domenica si sono levate delle voci che hanno parlato di ritardi o omissioni nei soccorsi che un decesso di questo tipo potrebbero attenuare. I suoi compagni di stanza pensavano che dormisse e non lo avevano disturbato neanche per il pranzo. Su di lui non è stato trovato nessun segno di violenza, nessuna traccia di sangue.
Mohamed aveva 33 anni ed era a Bologna dal 19 giugno. Scarcerato da Isernia dove si trovava per reati legati agli stupefacenti prima di approdare in Emilia, era anche passato da Roma. Si è saputo che in via Mattei assumeva degli antiepilettici sebbene non fosse epilettico. Perché gli sono stati dati farmaci che hanno un potere sedativo? La presenza di grosse quantità di antiepilettici come i barbiturici era stata accertata a suo tempo da un’inchiesta, poi archiviata, della procura bolognese per una presunta adulterazione dei cibi. L’indagine appurò che nei registri di carico e scarico dell’infermeria le quantità di sedativi e psicofarmaci acquistati erano notevoli. A quel tempo la gestione era della Croce Rossa e il direttore sanitario era lo stesso del carcere. Ora l’assistenza sanitaria in via Mattei è gestita in proprio dal nuovo gestore, la Misericordia di Daniele Giovanardi. Un medico è presente 24 ore su 24 e per le emergenze viene attivato subito il 118.
Mohamed era monitorato attentamente. Venerdì scorso è stato visitato per due volte in un ospedale della città e poi rimandato al cpt. Soffriva di emorroidi, che gli avevano causato delle emorragie. L’ultima volta che ha visto un medico è stato sabato proprio al centro. Senza problemi particolari. Domenica però era già morto da alcune ore quando i suoi compagni di stanza hanno allertato l’infermeria perché quel corpo accovacciato sul letto non dava segni di vita. La possibilità di una morte per droga non è un’ipotesi che stupisce Giovanardi. «Non è un mistero che dentro i centri, come in carcere, circoli droga, ma questa è una responsabilità della polizia», dice raggiunto al telefono, «noi abbiamo chiesto maggiore sorveglianza alle forze dell’ordine». Dentro il cpt di Modena, anch’esso gestito dalla Misericordia, gli alloggi vengono infatti perquisiti. A Bologna questo non succede perché il questore ne ha fatto un discorso di privacy.
Sulla morte di Mohamed è stata aperta un’inchiesta dalla procura che ha portato anche al sequestro delle cartelle cliniche sia al cpt che all’ospedale. La Prefettura ha anche avviato un’indagine amministrativa per verificare se ci siano stati dei disservizi alla base di questa morte. Anna Maria Lombardo, che è la direttrice del centro, lo giudica un atto dovuto e ha già risposto alle domande dei funzionari.
Ieri nel cpt la situazione si è mantenuta tranquilla ma domenica dopo la notizia della morte alcuni immigrati hanno protestato incendiando stracci e materassi. Una rivolta che è durata un paio d’ore, senza scontri con la polizia. Il cpt in questo periodo è pienissimo. All’effetto indulto che ha fatto passare direttamente dal carcere 25 persone, un quinto della capienza massima, si sono aggiunti anche alcuni rom tra quelli che la giunta Cofferati ha sgomberato venerdì scorso da uno stabile abbandonato. Una situazione ben nota al garante dei detenuti di Bologna. L’avvocato Desi Bruno non è riuscita a entrare in via Mattei nonostante ne avesse fatto richiesta alla prefettura per l’ennesima volta. Protesta: «E’ più semplice entrare in carcere», dove tra l’altro sabato è morto un detenuto slavo inalando del gas da un fornelletto che aveva in cella. Il problema dell’inaccessibilità del centro viene rimarcata anche dai consiglieri comunali de l’Altra Sinistra, che lo definiscono una zona d’ombra e chiedono quanto tempo si sia lamentato Mohamed prima di morire.