Mozioni contrapposte per Bertinotti e Ferrero

Rifondazione comunista va verso un congresso su mozioni contrapposte. La decisione finale spetterà al Comitato politico nazionale convocato nel prossimo fine settimana, ma di fatto già nella riunione della commissione politica del congresso, prevista mercoledì prossimo, questo esito potrebbe diventare palese. Ieri mattina, nella riunione del «gruppo ristretto» incaricato di verificare la possibilità di un congresso unitario, per tesi emendabili invece che su documenti contrapposti, l’area berti-nottianaha fatto sapere di preferire quest’ultima soluzione. «Noi – avverte il ministro uscente Paolo Ferrerò, leader della componente principale della nuova maggioranza interna che regge il partito dopo il terremoto elettorale – riproporremo la nostra posizione: vogliamo un congresso per tesi emendabili, che metta assieme tutte le parti su cui siamo d’accordo e ci divida su un unico punto». L’unico punto di divisione profonda è il futuro del partito e dei rapporti a sinistra, che i bertinottiani vorrebbero mantenere sul binario dell’unificazione, mentre la nuova maggioranza propone di costruire più lentamente «dal basso». Su questo, secondo gli uomini di Ferrerò, si potrebbe andare anche alla conta dei delegati. «Ma per il resto, è sbagliato trasformare il congresso in un referendum: dobbiamo evitare che ai congressi di circolo, il partito si spacchi davvero». L’allusione di Ferrerò è al ruolo di Nichi Vendola, il popolare governatore della Puglia che l’area dell’ex segretario vuole proporre come candidato segretario: le mozioni contrapposte obbligherebbero l’area Ferrerò a candidare il ministro che ha meno possibilità di diventare settario.