L’iniziativa per la pace
La manifestazione del 30 ottobre us può rappresentare l’avvio di una nuova crescita del movimento per la pace e della sua capacità di incidenza nelle scelte politiche ed istituzionali.
Anche la mozione parlamentare, presentata e votata dal campo delle opposizioni parlamentari al governo Berlusconi, che propone l’avvio di un percorso di pace e chiede il ritiro delle truppe italiane, è un passo in tale direzione: non esaurisce la piattaforma del movimento ma dimostra l’influenza che questo è capace di esercitare nei confronti della politica.
Il ritiro delle truppe dall’Iraq assume, quindi, un rilievo centrale nell’iniziativa del partito anche attraverso una relazione attiva con tutti quei soggetti che nazionalmente e localmente animano il movimento per la pace.
Guerra e terrorismo si inseguono in una spirale perversa e vogliono trascinare il mondo in un devastante conflitto di civiltà.
La possibilità dell’affermazione di una alternativa a quella barbarie passa per la crescita del movimento per la pace, la salvaguardia della sua autonomia e del suo pluralismo, la capacità di interpretare e dare voce al bisogno di umanità che anima tanta parte della popolazione mondiale sconvolta dagli orrori della guerra e del terrorismo.
Rifiuto del modello di esercito europeo per una Europa del disarmo e della pace; innovazione della cultura politica con la scelta della nonviolenza come guida dell’agire politico, innovazione del soggetto della politica con la decisione della costruzione della Sinistra europea, sono per noi passaggi fondamentali di elaborazione e azione politica.
Il conflitto sociale
La lotta contro la manovra economica del governo Berlusconi deve essere, assieme all’iniziativa per la pace, l’asse fondamentale dell’iniziativa del partito in questa fase. Una lotta che deve essere condotta con grande forza e visibilità nel Parlamento, nei posti di lavoro, nelle città piccole e grandi del Paese.
Proponiamo al partito una grande campagna di massa, articolata territorialmente, che unisca alla critica radicale alle scelte economiche e sociali del governo la richiesta forte di una rottura del ciclo neoliberiste e l’apertura di un nuovo corso riformatore di cui i punti forti siano una nuova politica redistributiva, la salvaguardia del territorio e dei beni comuni, la difesa e lo sviluppo dei diritti e garanzie sociali, la difesa e la valorizzazione della scuola pubblica, l’occupazione e la qualificazione dell’apparto produttivo.
Una campagna che si connetta alle lotte dei lavoratori, al rinnovo dei contratti di lavoro, agli scioperi indetti da importanti categorie, a partire dagli scioperi nella scuola, nel Pubblico Impiego e nel settore degli autoferrotranvieri, dalle iniziative dei sindacati confederali e da quelli di base fino ad arrivare allo sciopero generale del 30 novembre, si connetta alle vertenze per la difesa dei posti di lavoro e per i diritti, alle mille vertenze territoriali per la salvaguardia dell’ambiente e della salute, che affronti la necessità di contrastare le proposte di direttiva europea gravissime come la “Bolkestein” e quella sull’orario.
Una campagna che rappresenti anche l’occasione per una qualificazione sociale dell’opposizione politica e parlamentare al governo.
In questo senso riteniamo inadeguata la scelta che è prevalsa per un rinvio a dicembre della manifestazione delle opposizioni contro la politica economica sociale del governo. Leggiamo in questa scelta una resistenza delle forze moderate dello schieramento dell’alleanza democratica a intessere una relazione positiva con i movimenti e con l’esigenza di una loro crescita.
Proponiamo al partito di promuovere, a livello unitario con le altre forze di opposizione, con le organizzazioni, i movimenti e le realtà sociali, iniziative di massa nelle città e nei posti di lavoro.
L’alternativa programmatica di governo
La scelta di avviare un processo che partendo dalla qualificazione sociale dell’opposizione al governo si ponga l’obiettivo della caduta del governo Berlusconi è per noi un punto essenziale.
Il fallimento delle politiche neoliberiste e la crisi di quello che è stato definito “il berlusconismo” sono resi evidenti da tutti i dati della condizione economica e sociale del paese e, ormai, sono espliciti anche come elementi di conflitto e crisi dentro la medesima compagine di governo.
Qualificazione dell’opposizione e costruzione di un’alternativa programmatica di governo sono i passaggi fondamentali per impedire l’affermarsi di un’ipotesi neocentrista che punta ad ereditare il governo senza metterne in discussione il cuore delle politiche di fondo.
Il punto fondamentale consiste nel determinare un rapporto democratico tra la coalizione di governo, i movimenti e i protagonisti del conflitto sociale, il popolo delle opposizioni.
Per questo motivo abbiamo insistito affinché si qualificasse come “democratica” l’alleanza tra le forze di opposizione che si candidano al governo del Paese.
Ciò al fine di dare compiutamente il senso di costruzione di democrazia che deve caratterizzare un nuovo modo di intendere il rapporto tra il governo e il tessuto sociale del Paese e che forzi le separatezze proprie del bipolarismo. In questo senso, il primo banco di prova è, per noi, la costruzione delle discriminanti del programma del nuovo governo che deve essere compiuto in primo luogo in una relazione costituente con i protagonisti del conflitto sociale, le associazioni, i movimenti.
Per questo abbiamo proposto un’assise in cui si confrontino le forze politiche di opposizione, i rappresentanti delle autonomie locali che richiedono una svolta di governo, i movimenti e le associazioni.
Pensiamo utile che questa assise sia preparata attraverso la promozione di analoghe iniziative a livello locale al fine di dare luogo a un percorso che porti a un vero coinvolgimento di massa nella costruzione del programma di governo, fino a quelle che sono state definite “primarie sul programma”.
La sinistra di alternativa
E’ questo un punto strategico di qualificazione dell’insieme del progetto politico di Rifondazione comunista.
Innovazione della politica e del soggetto della politica stanno assieme nella nostra elaborazione e nella nostra azione.
Abbiamo contestato alla radice ogni deriva organizzativistica: la costruzione del soggetto della sinistra di alternativa come federazione tra partiti, un’operazione che imita quella della lista unitaria riformista e che rappresenterebbe la riduzione del nostro progetto a un assemblaggio di ceti politici e di autoconservazione di rendite di posizione.
Abbiamo, altresì, contestato l’idea della costruzione della sinistra di alternativa sia come scioglimento delle singole identità politico culturali che come cooptazione.
Abbiamo proposto e ci battiamo per un altro percorso.
Pensiamo, infatti, che la sinistra di alternativa si costruisce con il fare e sul fare. Una costituente della sinistra di alternativa, al tempo stesso di profilo politico, culturale e programmatico è la strada da percorrere. Non chiediamo a nessuno di rinunciare alla propria identità e alla propria collocazione. Pensiamo, però, che forze politiche, loro componenti, realtà sociali e del movimento operaio, associazioni, comitati che animano le vertenze territoriali, possano incontrarsi e stabilire relazioni stabili, a partire da discriminanti fondamentali quali il rapporto con i movimenti e la loro autonomia dal governo, il rifiuto della guerra, l’alternativa alle politiche neoliberiste. L’esperienza concreta e feconda della Sinistra europea, in cui non la statica identità ma il concreto discrimine con l’asse fondamentale del movimento, rappresenta, in questa prospettiva, un esempio incoraggiante.
Il suo proporsi sulla scena politica europea avviene significativamente dando luogo a un pronunciamento contro il trattato costituzionale europeo.
Pensiamo che le esperienze che partono dai territorio siano importanti per determinare la spinta propulsiva per la realizzazione di questo ambizioso progetto.
Al tempo stesso proponiamo un’assemblea autoconvocata da tutti i soggetti interessati al fine di determinare il percorso costituente della nuova soggettività della sinistra di alternativa