Mosca sostiene il negoziato con l’Iran

Le potenze mondiali hanno bisogno «alcuni giorni» per studiare la risposta dell’Iran alle loro proposte circa il dossier nucleare, ha dichiarato ieri il ministro degli esteri francese Philippe Douste-Blazy: «E’ un documento lungo e complesso e lo stiamo studiando». Così pure il capo della politica estera europea Javier Solana, che aveva personalmente consegnato a Tehran la proposta delle sei potenze il 6 giugno scorso: la risposta «richiede una dettagliata e attenta analisi».
Il contenuto di quel documento (di 21 pagine, ha detto un diplomatico europeo) non è pubblico, ma una cosa è chiara: l’Iran propone una «nuova formula» per «negoziati seri» ma non accetta di fermare da subito il lavoro relativo all’arricchimento dell’uranio, che era proprio ciò che chiedevano le sei potenze mondiali in contropartita ai loro «incentivi» in materia di cooperazione economica e commerciale, tecnologia nucleare, e di sicurezza. Tehran accetterebbe però di fermare il lavoro nel corso di negoziati, secondo indiscrezioni di diplomatici. E qui sta il punto: «Abbiamo sempre detto … che il ritorno al tavolo dei negoziati è legato alla sospensione dell’arricchimento», ha ribadito Douste-Blazy.
Nessun commento preciso è venuto dalle altre nazioni occidentali del sestetto (si tratta dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza, cioè Stati uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia e Cina, più la Germania). Commenti invece da Pechino, che in una dichiarazione fa appello al dialogo, e soprattutto da Mosca: «La Russia resta dell’idea di cercare una soluzione politica e negoziata riguardo al programma nucleare iraniano», ha dichiarato all’agenzia Interfax il portavoce del ministero degli esteri Mikhail Kamynin.
Nel frattempo il prezzo del petrolio ieri è sceso sotto i 73 dollari a barile, e gli operatori di questo particolarissimo mercato dicono che l’intransigenza iraniana era uno dei fattori considerati – si parla di dialogo dunque c’è qualche ribasso, fino alla prossima impennata di tensione. Magari il 31 agosto, quando il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Mohammed el Baradei, riferirà al Consiglio di sicurezza dell’Onu sulle attività nucleari iraniane. E’ la conseguenza di una risoluzione (numero 1696) approvata dal Consiglio in luglio: chiede all’Iran di sospendere l’arricchimento dell’uranio come misura di «costruzione della fiducia», per aiutare a provare gli scopi pacifici del suo programma atomico.
Forse anche il sestetto aspetterà la nuova relazione di el Baradei per pronunciarsi pubblicamente sul documento ricevuto martedì da Tehran. Le consultazioni tra i 5 più 1 però comincieranno ben prima. L’ambasciatore degli Stati uniti all’Onu John Bolton ha già detto che Washington è pronta a spingere per passare una nuova risoluzione con sanzioni verso l’Iran, se non avrà fermato il lavoro sull’uranio (la risoluzione è vincolante ma non comporta sanzioni automatiche, dunque è necessario un nuovo passaggio al Consiglio).
Non sarà facile però per gli Stati uniti tenere insieme il gruppo: la Russia non accetterà volentieri di decretare sanzioni. E la risoluzione va approvata a maggioranza dal Consiglio di sicurezza: difficile, visto il crescente risentimento di molti stati membri verso gli Stati uniti (e gli europei) per aver permesso la guerra contro il Libano.
D’altra parte, dopo la guerra tra Israele e Hezbollah in Libano, propagandisticamente presentata a Tehran come una vittoria, la leadership iraniana si sente in posizione di forza: se a torto a ragione resta da vedere, i dubbi per ora restano sotterranei; per il momento resta il fatto che Hezbollah è al massimo della popolarità in tutto il mondo arabo e musulmano. E l’Iran ha dimostrato che è un attore ineludibile per la sicurezza nella regione, che sa fare politica in modo più sottile delle dichiarazioni del suo presidente. Molti temono che questo abbia dato forza ai «duri» dell’establishment iraniano.
L’agenzia di stampa iraniana Mehr, semiufficiale, ieri ha scritto che Tehran annuncerà nei prossimi giorni un «successo molto importante nel campo della tecnologia nucleare». L’ultimo «importante annuncio», nell’aprile scorso, fu per dire che gli scienziati iraniani erano riusciti a realizzare l’arricchimento di un piccolo quantitativo di uranio. Oggi però non c’è nessuna conferma ufficiale alla notizia, né anticipazione sulla natura dell’«annuncio».