Montezemolo: privilegiare i conti, non le pensioni

Il presidente della Confindustria Luca Cordero di Montezemolo ieri è tornato ad attaccare le pensioni e lo stato sociale: «Il surplus di gettito fiscale, il cosiddetto “tesoretto” – ha affermato a Taormina, intervenendo al Forum della Confagricoltura – sia utilizzato prioritariamente per ridurre il debito pubblico, perché più si abbassa il debito più si possono utilizzare le tasse per dare servizi ai cittadini; e poi si possono restituire alle imprese e a quei lavoratori che le hanno sempre pagate». «Tenere sotto controllo i conti pubblici – ha proseguito – dev’essere la bussola da seguire in tutte le decisioni contrattuali o previdenziali che il governo dovrà prendere nei prossimi mesi». Dall’altro lato, secondo il capo degli imprenditori, «l’esecutivo ha il compito di portare avanti un programma di riforme impossibili senza che prima si taglino le spese improduttive. A partire – ha aggiunto – dalla riforma della previdenza, perché se si guarda al peso della spesa in termini di pensione e sanità, l’Italia rischia in futuro di avere costi ancora più alti, visto l’invecchiamento della popolazione».
E’ un messaggio chiaro nei giorni in cui la maggioranza si dibatte tra la «linea Padoa Schioppa», che privilegia il rigore sul debito pubblico e il sostegno alle imprese, e quella della sinistra «radicale», che al contrario insiste sulla necessità di investire le maggiori risorse fiscali sullo stato sociale, senza peraltro intaccare le pensioni.
A stretto giro di posta, arrivano le risposte dei sindacati. Per il segretario Cgil Guglielmo Epifani, «la richiesta di Montezemolo non è condivisibile e peraltro non è stata espressa al tavolo di confronto». «Il deficit – aggiunge – sta migliorando velocemente oltre ogni aspettativa. Credo che non si possa fare di più e che ora ci sia bisogno di sostenere la domanda interna, cioè i salari, le pensioni e gli investimenti». Luigi Angeletti (Uil) spiega che «i sindacati dimostreranno, dati alla mano, che le pensioni non sono un problema per il paese. Le tasse bisogna ridurle a chi le ha sempre pagate, cioè i lavoratori dipendenti». Giorgio Cremaschi, Rete 28 aprile Cgil osserva ironicamente che «Montezemolo presidente di Confindustria non è d’accordo con il suo omonimo presidente della Fiat, che ha preteso solo pochi mesi fa ben 2 mila prepensionamenti: tutti sanno che le aziende dopo i 50 anni mandano via il personale».
Ma Montezemolo ieri era in grandissima forma e non ha risparmiato stoccate in varie direzioni. Alle banche: «Ormai per ottenere dei prestiti devi offrire in garanzia tua suocera». Al governo dell’Unione: «In alcuni settori del nostro governo c’è stata una scarsissima attenzione ai nostri problemi, se non addirittura ostilità al mondo delle imprese, e non c’è stata alcuna cultura di mercato». Al passato esecutivo: «Aggiungo però che ci troviamo di fronte agli ultimi due anni del governo di centrodestra in cui c’è stata grande difficoltà ad avere una coesione sui grandi temi».
Sommando due più due, la richiesta politica: «La riforma istituzionale è la priorità da affrontare: per attuarla, serve una Costituente o una commissione Bicamerale, e a decidere sarà il Parlamento». Secondo Montezemolo «il rischio vero è il distacco del paese reale dalla politica, ma il mondo non aspetta più i rituali di un paese troppo vecchio e troppo complicato». Infine «maggioranza e opposizione si mettano d’accordo sul futuro del paese, non solo sull’indulto». Sarà per tutti questi discorsi che diversi giornalisti hanno chiesto al leader della Confindustria se non aspiri a essere il prossimo premier, alla guida di un partito che molti già chiamano «Italia Futura». E il Presidente, ovviamente, ha glissato: «Ragazzi, siamo seri. Il futuro è qui».