Bankitalia non ha dubbi: l’economia italiana ha ripreso a marciare, anche se nel primo trimestre di quest’anno si avverte un leggero rallentamento. Per il futuro è necessario un consolidamento della crescita e dei conti pubblici. In particolare serve un «rapido conseguimento del pareggio strutturale di bilancio»; occorre «reperire risorse per ridurre la pressione fiscale»; è necessario «accrescere gli investimenti pubblici». Queste tre ricette per l’economia italiana sono contenute nel «Bollettino economico» pubblicato ieri.
In una pubblicazione rinnovata nella veste grafica (più snella e trasformata in trimestrale) via Nazionale ripercorre ordinatamente l’evoluzione dell’economia italiana e internazionale nel 2006 e cerca di fare il punto su quanto sta accadendo in questi primi mesi del 2007. Tutto molto bene lo scorso anno, caratterizzato da una crescita superiore al 5% del Pil mondiale. Anche quest’anno la crescita mondiale proseguirà su ritmi sostenuti, anche se, secondo gli organismi internazionali, dovremmo assistere a una leggera frenata (in particolare per il rallentamento negli Stati uniti) pari a circa mezzo punto di prodotto mondiale. Bankitalia giudica positivamente anche la frenata dei mercati finanziari. «le recenti turbolenze sembrano infatti segnare un rientro delle misure di rischio entro ambiti fisiologici». Quanto all’inflazione, molto contenuta, gli economisti di Bankitalia sostengono che «le tensioni inflazionistiche vengono contrastate dall’azione delle autorità monetarie». E sull’inflazione non soffia neanche il fuoco dei salari, visto che «la dinamica salariale è rimasta moderata nonostante lo slancio assunto dalla ripresa economica».
Nel contesto di una congiuntura internazionale estremamente favorevole (che significa forte crescita dell’esportazioni), anche l’economia italiana ha ripreso a crescere: 1,9% l’incremento del Pil lo scorso anno, il maggiore aumento degli ultimi 5 anni. In questa ripresa Bankitalia legge anche cambiamenti strutturali «nella capacità delle imprese italiane di affrontare con successo la competizione sui mercati esteri e domestici». Non a caso si sta assistendo a una crescita della produttività del lavoro soprattutto grazie alla maggiore flessibilità. che «a differenza del passato consente alle imprese di sincronizzare più rapidamente l’andamento della domanda di lavoro con quello della domanda rivolta ai loro prodotti, in presenza di una dinamica salariale che di mantiene modesta». Così modesta che i consumi delle famiglie crescono a livelli «complessivamente contenuti».
Nel frattempo i conti pubblici stanno migliorando. «Più del previsto», specifica il Bollettino, ma i risultati vanno consolidati. Larga parte del «miglioramento dei conti deriva dal forte aumento delle entrate» che hanno spinto all’insù di 1,7 punti percentuali la pressione fiscale che lo scorso anno ha toccato quota 42,3% e che quest’anno dovrebbe salire ulteriormente e raggiungere il 42,8% del Pil. Ma che fare del «tesoretto». Occorre accelerare la riduzione del disavanzo, sussurra Bankitalia. Che insiste per un «rapido conseguimento del pareggio strutturale necessario per far diminuire significativamente il debito e affrontare per tempo i costi dell’invecchiamento della popolazione». Il secondo obiettivo è la riduzione fiscale che supera la media europea ed è prossima ai massimi storici. Infine – terzo obiettivo – «il tesoretto» dovrebbe servire a rilanciare gli investimenti pubblici «in diminuzione da due anni, ma essenziali per favorire il ritorno a una crescita sostenuta e durevole della produttività e del reddito».