Microonde sul Libano?

C’è chi azzarda l’ipotesi dell’«energia diretta», per quanto riguarda le immagini e le testimonianze raccolte in queste settimane dopo i raid israeliani in Libano ed a Gaza. E’ il generale Ferdinando Termentini, esperto di esplosivi, perito balistico presso il Tribunale di Roma e consulente presso le Nazioni unite sui programmi di bonifica per le mine anti-uomo.
Generale Termentini, lei esclude l’ipotesi di esplosivi termobarici o di munizioni al fosforo bianco, dunque.
Vorrei innanzitutto specificare che siamo ancora nella fase calda delle voci e delle ipotesi, che non potremo confermare finchè non saranno possibili analisi di laboratorio. Escludo il raggio termobarico ed il fosforo bianco. Gli esplosivi termobarici o al fosforo bianco bruciano e distruggono tutto; non si spiegherebbero le parti di edificio e dei corpi stessi rimasti integri. Quando un esplosivo colpisce, c’è un’onda di pressione ad alta temperatura che porta anche all’incendio totale. Nelle immagini viste finora, sono soprattutto i volti ad essere tumefatti, mentre i vestiti sono perlopiù integri. Mi spiego: il fosforo se tocca un vestito lo brucia, come brucia tutto il resto. L’elemento chiave da approfondire sarebbe proprio questo: come mai i vestiti ed i capelli non bruciano, mentre alcune parti del corpo sono carbonizzate?
Per spiegare le ferite – tagli fitti e minuti – riportate da molti in seguito alle incursioni dei giorni scorsi, non si potrebbe per esempio pensare a munizioni in vetroresina, o in plastica?
No. Perchè l’esplosivo ha un effetto, per l’appunto, esplosivo. Il 90% delle mine hanno l’involucro in plastica, invisibile ai raggi x, ma la mina esplode. L’onda esplosiva colpisce e frantuma. Nel caso del corpo umano, mi perdoni la brutalità, distrugge tutto, fino all’osso compreso. Non fa i piccoli tagli riscontrati nei casi di cui stiamo parlando. I corpi in quei casi risultano poi… prosciugati, diciamo. Per questo sono più persuaso si tratti di armi ad energia dirette, microonde soprattutto.
Lei è a conoscenza dei prototipi di Active Denial System o, più semplicemente, raggio del dolore?
Mi è capitato di parlarne recentemente col giornalista di Rainews 24, Maurizio Torrealta. Un argomento che sto approfondendo.
Il raggio del dolore è invisibile ed ha un effetto istantaneo. Ritiene possibile, però, che semplicemente aumentando la potenza del raggio si possano raggiungere gli effetti mostrati dalle immagini che circolano dal Libano e da Gaza?
Sì. Mi perdoni ancora la brutalità, ma la invito a fare un esperimento. Provi a mettere un pollo nel forno a microonde ed aumentarne il dosaggio oltre la cottura. Le parti contenenti liquidi risulteranno carbonizzate, la carta esterna intatta. Le parti contenenti meno liquidi risulteranno raggrinzite, magari, ma sostanzialmente integre e non oscurate. Spero che l’esempio sia chiaro. Un volto contiene più liquidi e questo ne spiegherebbe la carbonizzazione localizzata. Anche se le ripeto ancora che siamo soltanto nell’ordine delle ipotesi.
Ci sono altri particolari ancora inspiegabili che ci giungono su queste nuove armi. Ci sarebbe il fatto che alcuni dicono di non aver sentito esplosioni mentre venivano colpiti, ma i sopravvissuti denunciano ancora una sostanziale perdita dell’udito. E poi ci sono fiamme che attaccano i corpi senza che nessuno riesca a debellarle. E poi ci sarebbe l’inspiegabile necrosi dei tessuti che si estende nel giro di poche ore al resto del corpo….
La risposta pertiene in questo caso più a un medico patologo, non ad un perito balistico.
E’ possibile che all’uso dell’energia diretta si accompagni quella delle normali munizioni esplosive?
Tecnicamente, sì.
Un’ultima domanda, generale. Lei ha fatto parte del programma di sminamento in Afghanistan. Le risulta che prototipi ad energia diretta siano statu usati dalle truppe statunitensi per far brillare le mine anti-uomo?
Assolutamente, non mi risulta.