Metalmeccanici in panne

Metalmeccanici in panne sul rinnovo contrattuale: ieri il tavolo sul contratto ha avuto un improvviso stop, e i toni delle parti si sono alzati. Buona parte del confronto tra Fim, Fiom, Uilm e Federmeccanica si è concentrata sui contratti di apprendistato, ma poi la «raggelata» si è avuta quando si è parlato di mercato del lavoro e flessibilità. «Le distanze restano ampie», ha dichiarato il leader della Fim Giorgio Caprioli, uscendo per primo dalla sala della «ristretta» tra i vertici. Ma a dire chiaramente che l’intesa si allontana è il segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini: «La possibilità di arrivare a un accordo si allontana – ha spiegato – La situazione è complicata perché ci sono dei passi indietro da parte di Federmeccanica». Secondo il leader della Fiom la delegazione degli imprenditori ha mostrato «continui cambiamenti di posizione» «Evidentemente avevamo capito male – ha aggiunto Rinaldini – quando pensavamo che ci fosse una disponibilità di Federmeccanica». Così si è deciso di chiudere, «attendendo novità per domani» (oggi per chi legge, ndr) ha concluso il segretario Fiom. E intanto, le tute blu continuano l’opera di sostegno in tutta Italia: blocchi, scioperi e cortei per il terzo giorno consecutivo. A stretto giro di posta, però, è arrivata la risposta di Federmeccanica: secondo il direttore Santarelli «ci sono problemi reali di merito che impediscono al negoziato di fare passi avanti. Nulla ora è dato per scontato e ognuno si assume le proprie responsabilità». Federmeccanica non digerisce soprattutto la limitazione chiesta dai sindacati ai contratti precari: «Le richieste di fissare una percentuale per interinali e lavoratori a tempo determinato vogliono cancellare di fatto la legge 30 – dice piccato Santarelli – Ma è possibile che i metalmeccanici siano l’unica categoria per cui la legge non deve valere? Sono marziani?». A questo punto, è la minaccia, salterebbe anche la possibilità di accordo sul salario: «Abbiamo detto che tutto si tiene ma se mancano punti di appoggio tutto crolla», conclude il leader di Federmeccanica.

Ad accendere ancora di più le parti è il segretario nazionale Fiom Giorgio Cremaschi, secondo cui «la tregua sociale prevista per le Olimpiadi invernali di Torino 2006 non vale se non viene firmato il contratto». Per Cremaschi «se non c’è l’accordo avremo modo di far vedere i metalmeccanici torinesi e italiani alle telecamere di tutto il mondo».

Quanto all’apprendistato, non c’è ancora accordo sui terzi livelli: Federmeccanica vuole una durata del contratto di 42 mesi, mentre i sindacati ne propongono 30. Soluzione raggiunta, invece, per i lavoratori che usciranno al quarto livello (52 mesi la durata; 46 per i diplomati) e per i livelli superiori. Per il quinto livello la durata del contratto è di 60 mesi (54 con il diploma e 34 con la laurea), mentre per il sesto e il settimo livello, possibili solo con la laurea, la durata prevista è rispettivamente di 38 e 42 mesi. Sulla formazione sono previste per il primo anno 160 ore (80 pratiche e 80 teoriche) mentre per il secondo anno le ore di formazione saranno 140 (80 pratiche e 60 teoriche). Per gli anni successivi sono previste 120 ore di formazione (80 pratiche e 40 teoriche).

Sul mercato del lavoro, sempre che oggi si abbia agio di discutere, i sindacati chiedono una percentuale massima del 15% per i contratti precari, somma comprendente interinali e contratti a termine (anche quelli sotto i 7 mesi, liberalizzati dalla legge 30). Federmeccanica, però, da questo orecchio pare non sentirci. Stesse distanze, su flessibilità e ruolo delle Rsu.

Quanto al salario, il confronto è rinviato (almeno in teoria) a oggi, dopo l’accoppiata flessibilità-mercato del lavoro. Due sere fa l’offerta di Federmeccanica restava a 77 euro base, più 17,5 se si allunga di 7 mesi la vigenza contrattuale. Una cifra giudicata insoddisfacente dai sindacati, che comunque non sono disponibili a prolungare la durata oltre i 6 mesi (fino a giugno 2007). Quanto ai 25 euro di produttività, le imprese vorrebbero restringere la platea dei destinatari, mentre i sindacati chiedono di estenderli a chiunque non goda di integrativi.

Riportare tutte le proteste di ieri non sarebbe possibile, per motivi di spazio. Blocchi e scioperi si sono svolti in Piemonte, Liguria, Lombardia, Friuli, Veneto, Emilia, Toscana, Marche, Lazio, Campania e Puglia. A Maranello, nella saletta sindacale della Ferrari, c’è stata purtroppo una barbara aggressione: un dipendente dell’azienda, spalleggiato da altri 5-6 esterni, ha picchiato un delegato sindacale.