«Meno tasse alle imprese»

Il ministro dell’economia Tommaso Padoa Schioppa conferma un prossimo taglio delle tasse grazie a un inatteso miglioramento dei conti pubblici ma, fosse per lui, il primo intervento lo farebbe a favore delle imprese. Che è un modo perfetto per fare infuriare sindacati e lavoratori dipendenti.
Il ministro ha fatto il suo numero ieri a Cernobbio, al Forum della Confcommercio. Ha esordito con un tono ottimista: «Sono passati 10 mesi dal giuramento come ministro e non avrei mai immaginato di potermi trovare in condizioni così positive come adesso», dice Padoa Schioppa, secondo cui i passi avanti «sono in parte merito di questo governo e molto dipendono anche da altri fattori come la crescita dell’economia esterna». Poi, come ha già fatto lo stesso Romano Prodi, fa una concessione alla precedente compagine governativa: «Non ho mai negato che già la finanziaria per il 2006 indirizzava al risanamento dei conti. In ogni caso, oggi le condizioni sono molto migliori di dieci mesi fa e possiamo guardare il futuro con occhio diverso». Il primo risultato è che adesso è possibile parlare del taglio delle tasse. «Confermo in maniera assolutamente perentoria che la riduzione delle imposte verrà», dice il ministro senza tuttavia sbilanciarsi su tempi e quantità, «c’è un impegno scritto del governo. Si pone la questione del quanto e del quando, non quella del se».
Un modo per prendere la rincorsa e volare alto sul nervo scoperto di questo governo, lo scontro con gli industriali. E se l’altro giorno Luca Cordero di Montezemolo è saltato sulla sedia dopo le accuse di sostanziale incompotenza imprenditoriale da parte del ministro Bersani, oggi il presidente di Confindustria si è visto tendere una bella mano da parte del responsabile del dicastero economico: se fosse libero di decidere, ha spiegato il ministro, il primo intervento in materia andrebbe a vantaggio delle aziende. Per almeno due motivi: l’economia in Italia nel 2006 è cresciuta di più «e questo è merito delle imprese» e anche perché in Europa c’è una certa «concorrenza» in questo campo e «non sembra che siamo vicini a un’omogeneizzazione dell’imposizione fiscale sulle imprese a livello comunitario». Insomma, dopo giorni di tensioni tra esecutivo e imprenditoria, un segnale di fumo che parla di armistizio.
Il ministro prende comunque tempo ammonendo che ci vuole sempre cautela. «E’ molto diverso superare un’emergenza o amministrare un successo», dice Padoa-Schioppa, e se il peggio sembra ormai alle spalle, «le risorse restano limitate», così come «la ripresa è ancora fragile e non vi sono elementi sufficienti per dire che si è innescata una crescita robusta. Gli elementi perché la ripresa diventi crescita ci sono tutti e c’è una riserva possibile nella bassa partecipazione al lavoro. Bisogna creare le condizioni favorevoli alla crescita, non certo stimolando la domanda ma favorendo l’offerta», conclude il ministro. Naturalmente il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli ha colto l’occasione al volo per chiedere «subito» un taglio delle tasse. «Ha cancellato il ‘se’ davanti all’impegno di tagliare le tasse, a Padoa-Schioppa lascio decidere il ‘quanto’ mentre io mi prendo il ‘quando’ e dico: da subito».
E mentre alcuni esponenti dell’opposizione additano ironicamente Padoa come «mago», il socialista Roberto Villetti mette le mani avanti: «E’ come se il governo avesse vinto alla lotteria – sostiene il capogruppo della Rosa nel Pugno a Montecitorio – e tutti si preparassero a chiedere qualche cosa. Non bisogna commettere l’errore di una redistribuzione a pioggia delle risorse subendo la solita pressione di corporazioni e lobby. Se vogliamo davvero utilizzare questo bonus inaspettato pensando al futuro – conclude il parlamentare socialista – bisogna destinare ogni euro in più alla formazione, alla ricerca e all’innovazione».