Marcinelle, la miniera che seppellì 136 italiani

“Da cinquant’anni nel profondo del cuore”. Cinquant’anni fa, l’8 agosto del 1956 in uno dei pozzi della miniera di carbon fossile “Le Bois du Cazier” a Marcinelle in Belgio morivano 262 minatori di cui 136 italiani.
Il 5 luglio 2006, con l’intervento del presidente della Camera Fausto Bertinotti e del segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, l’Inca-Cgil e la Cgil commemoreranno il tragico evento. Quei 262 lavoratori morirono in condizioni inenarrabili. Basti pensare che soltanto dopo quella tragedia venne finalmente introdotta nelle miniere del Belgio la maschera antigas.

“L’Italia può esportare dei lavoratori, ma non degli schiavi”, titolò l’editoriale del Corriere della Sera il 9 Agosto 1956. Dal 1946 al 1956 il numero dei lavoratori, provenienti dall’Italia, morti nelle miniere belghe e in altri incedenti sul lavoro fu di oltre seicento. In quegli anni partirono per il Belgio 140.000 lavoratori, 18.000 donne e 29.000 bambini. La tragedia della miniera di Marcinelle, dopo quella della miniera di Monongah in West Virginia, è la più grande della storia dell’emigrazione italiana.

A Marcinelle l’apporto degli operatori dell’Inca-Cgil, che accorsero per portare i primi soccorsi, aiutarono le famiglie delle vittime, promossero azioni giudiziarie per accertare le responsabilità civili e penali del disastro, fu determinante. «Nell’anno del centenario della fondazione della Cgil è importante e doveroso ricordare e raccontare la nostra storia, un monito per tutte le generazioni che aiuti a comprendere il ruolo insostituibile del sindacato e del patronato», si legge in un comunicato dell’Inca che proprio in questi giorni ha avuto un cambio di testimone con il passaggio della segreteria da Aldo Amoretti a Raffaele Minelli.

«I principi e i valori che ispirano la nostra azione sindacale sono gli stessi di cent’anni fa – scrive Gugllielmo Epifani in un libro che ricorda l’evento – quando vedevamo la luce. E mi viene in mente un’altra miniera, altri morti, altri minatori: 1904, Buggerru, da quel fatto drammatico venne la spinta decisiva per la nascita del sindacato generale e confederale. I valori di allora sono gli stessi che hanno animato il nostro intervento, 50 anni dopo, a Marcinelle, gli stessi che oggi ci vedono impegnati per le politiche del lavoro e quelle sociali. A guidarci sono sempre i bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori, degli italiani emigrati all’estero, dei migranti venuti in Italia. A tutte e a tutti loro vogliamo assicurare la certezza di un lavoro degno di questo nome e l’esigibilità dei diritti per la gran parte frutto delle lotte del movimento dei lavoratori».