Mafie, un giorno di lotta

12.000 intimidazioni o attentati nel solo 2006, oltre 500 ordinanze di custodia cautelare inevase e pendenti da mesi presso i Gip della Calabria, una lunga scia di sangue che quotidianamente miete le sue vittime, l’organizzazione criminale più ricca, potente e diffusa del Paese e con le più inquietanti e solide relazioni internazionali secondo tutte le stime ufficiali sul fenomeno criminale: questa la Calabria che troveranno le migliaia di cittadini che domani, primo giorno di primavera, manifesteranno a Polistena, provincia di Reggio Calabria, in occasione della dodicesima giornata della memoria per le vittime della mafia promossa da Libera.

Ma anche quella della cooperativa “Valle del Marro” che coltiva, nella piana di Gioia Tauro, i terreni confiscati ai clan Piromalli e Mammoliti, dei commercianti e degli altri imprenditori che hanno cominciato a ribellarsi al pizzo a Lamezia e nelle altre città della regione, dei giovani che sono scesi in piazza a Locri e ovunque per gridare la loro rabbia e indignazione nei confronti della ‘ndrangheta, degli amministratori che resistono alle intimidazioni e si battono per una Calabria libera dalle mafie. Una regione bifronte, novella Giano, in cui convivono gli episodi più efferati con quelli più generosi e coraggiosi di cui una comunità sia capace, arretratezza e modernità, violenza e solidarietà.

Quella di domani si preannuncia come la più grande e significativa manifestazione nazionale antimafia che la Calabria abbia conosciuto nel corso degli ultimi anni. Nella regione dell’omicidio Fortugno, della sfida più alta alla politica ed alle istituzioni portata avanti dall’epoca della strategia stragista, la società civile scende in piazza e chiama tutti ad un comune impegno, duraturo e coerente, per battere le mafie. Non solo sul terreno della repressione, del contrasto sul terreno “militare” delle cosche, ma anche sul terreno dell’ “egemonia” culturale, sociale ed economica che esse esercitano sul territorio, alimentandone le aree di consenso e reclutamento.

E’ una sfida alta, difficile, coraggiosa, quella di Don Luigi Ciotti e della sua associazione. Anche perché dice a tutti che quanto accade in Calabria non riguarda solo i calabresi, ma l’Italia intera, il suo futuro e quello della sua democrazia. Una sfida che si combatte innanzitutto in Calabria, ma che si vince o si perde in Italia.

Dopo anni in cui ministri della Repubblica spiegavano che con la mafia occorreva convivere, in cui prevaleva lo scontro nei confronti della magistratura invece che nei confronti delle organizzazioni criminali, il clima è cambiato e lo si avverte, a cominciare dalla rinnovata azione e attenzione del Governo. A questa occorre dare continuità, forza, sostegno. E occorre coerenza con l’azione dell’esecutivo da parte della Regione, degli enti locali, di tutte le istituzioni chiamate a fare, ciascuna, la propria parte nella lotta alla criminalità organizzata e per l’affermazione della legalità.
Insomma, nonostante le avverse condizioni atmosferiche, è possibile, ed auspicabile, che per la Calabria inizi una nuova primavera.

*Senatore DS-L’Ulivo