Ma il sindacato difende la misura La Cgil: «Unica via per un fisco equo»

Il sindacato difende il taglio del cuneo fiscale nei termini in cui il governo lo ha scritto in finanziaria, ovvero spalmandolo per tutti i contribuenti e non per i soli dipendenti: «Vengono beneficiati solo i redditi sotto i 40 mila euro spiega Beniamino Lapadula, responsabile economia della Cgil perché più in alto l’effetto si annulla. Se volevamo ottenere un risultato significativo, senza peraltro intaccare i contributi previdenziali, l’unica via che avevamo davanti era quella di intervenire per le imprese attravero l’Irap, e per i lavoratori attraverso la rimodulazione delle aliquote Irpef, le relative detrazioni e gli assegni per i figli». Dall’altro lato, nella serata di ieri, Cgil, Cisl e Uil hanno diffuso il comunicato unitario con cui promuovono la finanziaria, seppur sottolineando diverse «ombre» su cui chiedono all’esecutivo dell’Unione di intervenire. Lapadula spiega nel dettaglio la modifica del cuneo: «Quello che sarebbe andato al lavoro, era la cifra di 3,5 miliardi di euro, irrisoria se si dovesse dividere per il complesso dei dipendenti. Dall’altro lato, non si voleva intervenire sui contributi previdenziali, dunque si è pensato di realizzare il taglio nel modo seguente: 1) le imprese beneficiano del taglio attraverso una riduzione dell’Irap; 2) per quanto riguarda il lavoro, si poteva intervenire solo sull’Irpef, che per necessità deve riguardare aliquote riferite a tutti i contribuenti. Si è scelto, perché la misura avesse una certa sostanzialità, di agire sulle aliquote sotto i 40 mila euro: dunque chi sta molto in basso ha una riduzione sostanziosa e – nello specifico chi è dipendente – buone detrazioni e assegni per i figli a carico. Avvicinandosi ai 40 mila euro, l’effetto si attenua, per annullarsi del tutto sopra quella fascia di reddito». Dunque possono beneficiare di un taglio al costo del lavoro dipendente anche gli autonomi? Persino un ristoratore che dichiara 20 mila euro di reddito annuo e invece ne incamera 100 mila? «Gli autonomi beneficiano solo per l’aliquota – risponde l’esponente Cgil – Su detrazioni e assegni per i figli, notevoli nelle fasce più basse, ci sono capitoli specifici e dedicati esclusivamente ai dipendenti». «La manovra va vista nel complesso – conclude Lapadula – e non è certo tenera con gli autonomi, tanto che si stanno lamentando: basti pensare all’innalzamento degli studi di settore e al giro di vite contro l’evasione fiscale. In più: i lavoratori dipendenti beneficiano del taglio al cuneo sia che siano a termine che indeterminati, mentre le imprese vedono ridursi l’Irap solo sullo stock dei dipendenti a tempo indeterminato». Sulla manovra, ecco le «ombre» indicate dai sindacati: 1) possibili tasse dovute ai tagli agli enti locali; 2) ticket sanitari a carico dei cittadini; 3) mancano risorse per assumere i precari pubblici. Servono: 4) interventi seri contro la precarietà, oltre alla parificazione di contributi e prestazioni dei parasubordinati; 5) miglioramenti per le pensioni; 6) la copertura del contratto dei trasporti locali. Infine, per il Tfr all’Inps, si chiede un confronto con il governo.