Ma i Giovani comunisti non sono un clan

Cara “Liberazione”,
ho letto un pessimo articolo su il manifesto a firma di Sara Menafra
sui giovani del Prc definiti “il clan della playstation”.
Nonostante il fatto che sono sempre stato all’opposizione come area de
l’Ernesto all’interno dei giovani comunisti , ritengo che quell’
articolo sia offensivo nei confronti di tutti quei giovani comunisti
che in quel periodo, prima e dopo Genova 2001, hanno lottato e
costruito la più grande organizzazione giovanile comunista in Italia.

Io non ricordo quel gruppo dirigente di maggioranza come un gruppo
radical chic passare il tempo nei costosi negozi del centro di Roma, o
a passare le notti davanti a una playstation, al contrario io ricordo
nonostante le litigate e lunghe discussioni su Toni Negri, la non
violenza, la storia del 900 ecc… io ricordo un gruppo di giovani che
onestamente, con dignità e passione ha tentato di costruire
un’alternativa.
Io ricordo, nottate passate con Fabio, Peppe, Nicola, Michele
e Gennaro non certo a giocare alla playstion, ma ad organizzare il festival internazionale della gioventù della sinistra a Cuba ad Algeri, i
social forum, ricordo il trainspotting, Genova, le manifestazione
antifasciste a Roma dove non sono mancate le aggressioni ai nostri
giovani militanti.
I giovani comunisti, cara Sara, non sono mai stati un clan, ti invito
a dire una cosa del genere ai nostri giovani militanti al sud,
impegnati ogni giorno e minacciati da ben altri tipi di clan.
Quando si parla di giovani comunisti bisogna avere rispetto, rispetto
per Angelo Frammartino giovane ucciso in Palestina per portare la pace
e Carlo Giuliani che ha marciato con noi perché credeva che un altro
mondo è possibile.
Con questo voglio dire che non sarò complice di un gioco al massacro,
soprattutto ora che si sta per aprire il congresso di Rifondazione
Comunista. Non accetto prediche da chi ora si vuole riciclare e che
magari proprio fino a ieri è stato alla guida di tutti i processi
politici che ci hanno portato alla situazione attuale.
Io spero che nonostante le differenze ci sia la volontà da parte di
tutti per rilanciare la Rifondazione Comunista, perché di un soggetto
comunista in Italia c’è ne bisogno.
Lo chiedono i nostri militanti, lo chiedono quei milioni di elettori
che non si sono riconosciuti nell’Arcobaleno, lo chiedono i lavoratori
e sono convinto lo chiedono anche i nostri giovani comunisti.

Saluti Comunisti