L’urlo di Giannini

Nella sfibrante battaglia di Palazzo Madama, dove giorno dopo giorno la maggioranza perde confini e consistenza, dove i senatori schiacciano pulsanti con il cuore in gola, sapendo che anche una lieve perdita di concentrazione, un tic impercettibile, può innescare crisi senza ritorno, piace, al di là delle parole in sé, dare spazio al coraggio del senatore di Rifondazione comunista, in odore di scissionismo, Fosco Giannini.
Non prende la parola spesso, Giannini, ma stamattina ha deciso di farlo. Vestito di nero come un anarchico dell’Ottocento, ha tuonato contro un servizio che il Tg2 ha mandato in onda in occasione dell’anniversario della Rivoluzione russa. “Affermo – ha tuonato Giannini – in modo determinato, forte e chiaro che questo è stato un servizio vergognoso. È stato esplicitamente detto, signor Presidente, che la Rivoluzione d’ottobre è stata solamente un sanguinoso colpo di Stato, che ha messo fine alla vera rivoluzione, quella menscevica, che ha prodotto solo un nuovo zarismo, che ha gettato la Russia nel sangue e nella violenza, che ha esportato con la forza l’orrore, che la rivoluzione di ottobre ha favorito il sorgere del fascismo in Italia, che lo stesso nazismo sarebbe nato per combattere il mostro del comunismo, che la storia avrebbe dimostrato che comunismo e nazismo sono la stessa cosa, che infine il comunismo avrebbe manipolato i contadini e gli operai italiani”.

Giannini non ci sta. “La Rivoluzione d’ottobre – ha proseguito tra le proteste vibranti dei senatori del centrodestra – è stata tra i più grandi eventi della storia dell’umanità. Essa, superando il capitalismo, ha dimostrato una volta per tutte a tutti i popoli oppressi all’interno del proletariato mondiale che i rapporti di produzione capitalistici non sono naturali e dunque eterni ed immutabili. Ha dimostrato che lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e sulla donna non è un destino ineluttabile; che i padroni, come l’aristocrazia francese, non sono figli di Dio”.
Il senatore ha attaccato di nuovo il TG2 ricordando che il servizio di ieri “si è chiuso con le immagini di manifestazioni operai italiane degli anni ’60 con le bandiere rosse. Io mi sono alzato in piedi come si alzavano in piedi i contadini di Di Vittorio di fronte ai padroni delle terre. Mi sono alzato in piedi, senza togliere il cappello, per dire a tutti che questo servizio televisivo è stato contro la democrazia, contro la storia, contro la civiltà”. Lirico il finale: “Mi lasci parlare con il cuore: viva la Rivoluzione d’ottobre, viva Antonio Gramsci, viva Giuseppe Di Vittorio, viva i morti di Reggio Emilia, viva il socialismo!”.

Il giochetto del Tg2, associare immagini e commenti del comunismo sovietico con le manifestazioni operaie in Italia è stato, va da sé, un colpo di bassa propaganda, ed è inutile stare a rimarcare quanto diverse fossero le due cose. Bene ha fatto Giannini a ricordarlo. E così misere, di fronte all’oratoria gianniniana, sono suonate le risposte di certi del centrodestra. Come il leghista Roberto Castelli: “Ritengo che, al di là del merito, il suo discorso sia assolutamente interessante e chiedo che la registrazione sia acquisita e trasmessa dalla Rai perché gli italiani devono sapere chi i senatori a vita e i cosiddetti moderati alla Follini tengono in vita in questo governo”.
Basso cabotaggio, conteggio prosaico. Giannini era stato un altro livello.